Finale a sorpresa
Adesso decidete se ridere o piangere: il finale è a sorpresa. Sandra e Raimondo si sono dati appuntamento in Paradiso, ma nella sit-com cimiteriale hanno deciso di recitare separati. Forse si sarebbero immalinconiti troppo, con le due tombe adiacenti, e lei impossibilitata a scalciare come sotto le coperte del lettone. O magari lui avrà pensato: «Non ti basta venirmi a tormentare l'anima quassù tra le nuvole, dove girano questi schianti di donne angelicate? Pure la salma devo sopportare? Neanche al Verano posso leggere in pace la Gazzetta?». Chissà che promessa si erano scambiati, in vita. Di fatto, ora, i loro corpi riposano a seicento chilometri l'uno dall'altra. Raimondo è da cinque mesi nella cappella di famiglia a Roma, Sandra è stata tumulata ieri al camposanto di Lambrate, accanto alle ceneri della madre Giuseppina Lombardini: nella bara è stata composta - come aveva chiesto - con indosso un vecchio abito della genitrice, ed è stata sistemata direttamente in una colombaia, perché - avrebbe detto ai filippini adottati - non le piaceva la prospettiva di essere scomodata, fra una ventina d'anni, per una triste esumazione dei suoi resti. E in questa decisione, se tale è stata, si intravede la scelta tra due grandi amori: l'uomo che ha accompagnato per mezzo secolo, o la donna che le aveva consentito di vivere un'esistenza straordinaria. A volerla interpretare, nell'opzione di Sandra di riposare accanto a mamma Giuseppina si cela un estremo segno di riconoscenza, la nostalgia del cordone ombelicale reciso, un'identificazione svelata da quell'abito chiesto in prestito per l'eternità. Di certo, la circostanza è spiazzante, ed è stata resa nota subito dopo i funerali nella chiesa di Dio Padre a Segrate, la stessa dove avevano portato la bara di Vianello a primavera, la stessa dove lei aveva invocato disperatamente il marito, quel grido altissimo, come di certi vecchietti che strillano al telefono quando c'è l'interurbana, per paura di non essere sentiti da lontano. Stavolta non c'è stato strazio, tutti i presenti hanno accettato l'evento con dolce mestizia. Ma il colpo di scena dei due sposi distanti c'è stato. Il TgCom ha lanciato un appello perché fossero superate presunte difficoltà burocratiche per riunirli: «Al Verano dove Raimondo è sepolto nella tomba di famiglia chi non porta il cognome Vianello non è ammesso». Pronta replica dell'Ama: «Non è arrivata alcuna richiesta per la tumulazione a Roma della Mondaini, ma non esistono impedimenti. È necessaria solo l'espressa volontà sia da parte degli eredi di lui sia da parte dei parenti consanguinei di lei», hanno chiarito dalla Municipalizzata. E allora? «Hanno deciso loro di stare a distanza». All'unisono, lo svelano la nipote di Raimondo, Virginia, e la famiglia di filippini adottata dalla coppia di comici. Due parti che erano entrate in contrasto - e che non si sono avvicinate in chiesa - sulla questione dell'eredità subito dopo la morte di Sandra. Virginia ha cercato di stemperare i toni, ma non fino in fondo: «Sì, sono loro gli eredi, del patrimonio non ci importa. Ma rimprovero ai filippini di non averci detto del lungo ricovero di zia e di non averci avvisato della scomparsa. Rimpiango di non averla potuta aiutare e abbracciare per un'ultima volta». Uno sfogo comprensibile. Ma al Verano avrà sbuffato Raimondo. Che barba, avrà sussurrato sua moglie, seicento chilometri più a nord.