Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

«Che figo fare lo spietato»

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Tornaa ruggire Max Giusti, che stavolta esordisce come doppiatore nel ruolo di Gru protagonista del cartoon in 3D «Cattivissimo Me» di Chris Renaud e Pierre Coffin. Il film, dal 15 ottobre distribuito nelle sale da Universal, è stato il blockbuster dell'estate, con un budget di 69 milioni di dollari e un incasso di ben 330 ottenuti finora nel mondo. Gru, il personaggio doppiato in originale da Steve Carell, è solo apparentemente senza cuore, gira infagottato con aria spettrale e la sua oversize, facendo scherzi pesanti e rubando lecca lecca. Ma il suo progetto più ambizioso è rubare la luna con l'aiuto dei piccoli Minion, omini gialli che ballano e cantano. Il suo piano viene però ostacolato dal nemico, il nerd Vector, e da tre orfanelle alle quali Gru finirà con l'affezionarsi. Che effetto le fa doppiare il cattivo in un cartoon? «Mi sento proprio un figo e magari finirò pure sugli Happy Meal come capita ai film di successo. All'inizio, avrei preferito interpretare un personaggio che i bambini amano subito, ma la cattiveria alla fine fa ridere ed è la base della comicità. E visto che a fare il cattivo ci ho preso gusto presto potrei essere nel ruolo di uno spietato in carne e ossa». A chi si è ispirato per diventare tanto mascalzone? «Al mio vicino di casa e a mio padre quando si arrabbiava. La prima volta che ho visto il film ero solo e sono scoppiato a piangere, perché sono tornato bambino come Gru che, per dimostrare qualcosa agli altri, dimentica se stesso. Interpretarlo è stato come usare la candeggina sull'anima, anche perché sto per diventare papà». Cosa risponde a chi al suo posto avrebbe preferito Luca Ward? «C'è stato qualche blog che si chiedeva ma chi c..o è Max Giusti? Non mi resta che riderci su. Intanto penso al sequel di "Cattivissimo me" e sarei felicissimo di rifare lo stesso ruolo». Alla tv però non rinuncia visto che tornerà su Raiuno a gennaio con Frizzi in «Attenti a quei due» e poi, a febbraio, alla conduzione di «Affari tuoi»... «La tv è una fabbrica che ti prende e poi ti sputa via, ti tritano e ti buttano. Se stai fermo 6 mesi sei passato. Io faccio quello che mi piace. Anche se mi è capitato di fare programmi che non mi piacevano, come "Libero". Nel mio lavoro c'è sempre il rischio di appiattirsi. Se mi fossi limitato alle imitazioni di personaggi, sarei vissuto per anni di rendita con le serate. Ma a me piace fare sempre cose diverse».

Dai blog