Il santo del sorriso
Ma un santo può far ridere? La storia di San Filippo Neri, fiorentino di nascita, ma romano di adozione, dimostra che sì, un santo può far ridere, guadagnarsi il nomignolo di «buffone di Dio» e insegnare la strada per il paradiso. San Filippo Neri, nella Roma tormentata del Cinquecento, girava per i vicoli della Città Eterna come un barbone, sporco e coperto di stracci. I ragazzacci di strada si divertivano a prenderlo in giro e, chissà, forse anche a tirargli qualche sasso. Lui li lasciava ridere, anzi li invogliava, con qualche «va' a morì ammazzato... sempre per la fede», una delle sue battutacce passate alla Storia. Poi, quando si era guadagnato la simpatia (e la fiducia) di quei bambini avviati alla carriera del tagliagole, li prendeva per mano e cercava di insegnargli la strada per il Paradiso. E si intitola proprio «Preferisco il Paradiso», la miniserie tv con protagonista il grande Gigi Proietti nei panni di San Filippo Neri. Il personaggio di San Filippo Neri può sembrare un po' anomalo messo dentro al calendario, ma comunque è difficile che chi ha guadagnato l'aureola risulti «convenzionale». E lui, San Filippo Neri, ha tutte le caratteristiche della star tv. È simpatico, anticonformista, bruciante nelle sue battute: la famosa «state buoni se potete» sembra l'invenzione di uno sceneggiatore geniale, in stile Ennio Flaiano, ma invece la diceva proprio lui, il santo, per davvero. San Filippo Neri sembra un personaggio creato per la fiction, invece è vero. Non c'è niente di strano che al «secondo apostolo di Roma» siano stati dedicati ben due film. Oltre a questo televisivo in due puntate quello bellissimo con Johnny Dorelli, firmato da Luigi Magni. Come non c'è niente di strano che questa nuova fiction con uno strepitoso Proietti (che non ha nulla da invidiare alla precedente realizzazione), sia firmata dalla Lux Vide, fondata da Ettore Bernabei, che nel suo catalogo di santi e di don ne ha veramente parecchi, compreso quel Don Matteo interpretato da Terence Hill che, ogni volta che va in onda, quei sei-sette milioni di ascoltatori non manca di conquistarli. E a ben guardare i «santi che fanno ridere», o almeno sorridere, al cinema e in televisione, non sono poi tanto rari. A cominciare da quel «Padre Brown» interpretato da Renato Rascel che ha tenuto incollati tanti ragazzi davanti alla televisione degli anni Settanta. E non c'è comico di razza che non abbia indossato il saio o la tonaca. E chi se lo scorda quell'Alberto Sordi frate di «Nell'anno del signore». O il Carlo Verdone nei panni del prete di «Io, loro e Lara». Forse vuol dire che il famoso detto: «Scherza con i fanti e lascia stare i santi», almeno per cinema e tv, va un po' rivisto.