Gita in montagna per un'intimità familiare ritrovata
Ilpadre, un giovanotto, il figlio un bambinetto già molto sveglio. Compiono una gita in montagna, senza la mamma che, forse, non ha più un vero rapporto con il padre (si limita a telefonare al figlio). Mentre svolgono le varie tappe della gita, colazioni col sacco, la tenda da campo per passarci la notte, i faticosi percorsi sui dirupi, si affaccia - nel sonoro - l'intermezzo di qualcuno che, da Firenze, racconta una sua fugace vicenda nel campo della musica leggera, con un altro intermezzo - suggerito soprattutto da immagini ferme a tratti solo alternate a spezzoni di cronaca dal vivo - che tende a illustrarci l'occupazione di una fabbrica con gli operai inerpicati su una gru, mentre la loro azienda sta passando di mano. L'impresa, certamente ardua, se l'è assunta un regista, Giovanni Davide Maderna, il cui esordio nel '99 con "Questo è il giardino", dopo vari corti, è stato salutato a una Mostra veneziana con un premio per l'opera prima, seguito nel 2001 da un film, "L'amore imperfetto", che affrontava con essenzialità il tema della responsabilità morale. Adesso, a parte la singolarità di quegli intermezzi che quasi solo con commenti nel sonoro si aprono spazi all'interno dell'arco narrativo, le sue attenzioni le ha specialmente rivolte a quella gita in montagna che si veste di una verità totale perché Eugenio, il bambino "raccontato", è anche il figlio nella vita del regista che gli "recita" a fianco la parte del suo vero padre. Tutto così, in quel rapporto, palpita di autenticità: i giochi fra i due, i consigli di come muoversi in montagna ma, in modo specialissimo, i dialoghi per nulla finti che padre e figlio si scambiano, sulle fidanzate, ad esempio, che il padre ha avuto prima di sposarsi, sui rapporti con i suoi genitori quando era ragazzo… Con la trovata - stilistica- di rappresentare sempre tutto in tempo reale, senza curarsi dei rischi di pause troppo a lungo tenute. Il bambino, Eugenio Maderna, merita che lo si citi perché dà sempre vita a un personaggio che riesce a far rimanere una persona. Come il suo papà voleva.