Ricordi e fantasmi di Molly sull'amante indimenticabile
«Ilsole asciugherà tutti gli oceani; si dissolverà il cielo; il mondo fermo resterà, amor mio, prima che ti tradisca, io». Una canzone che strappa il cuore. Pensare che qualcuno abbia mai nutrito tanta devozione fa commuovere Molly, oggi la barbona con il fiato che puzza di alcol, ieri la ragazza che saliva sul treno per raggiungere l'amato in un luogo dove nessuno li riconoscesse. Oggi l'ubriacona che chiede l'elemosina, ieri la giovane che beveva le parole dell'uomo famoso. Oggi la vecchia che cerca un po' di calore nella National Gallery, ieri l'attrice che faceva tournée in America. Molly, come la chiamano tutti, è l'attrice Maire O'Neill, (1885-1952), lui è John Millington Synge, drammaturgo irlandese, più vecchio di 14 anni, protagonisti di una turbolenta storia d'amore, alla quale s'ispira Joseph O'Connor nel suo ultimo romanzo «Una canzone che ti strappa il cuore» (Guanda, pag. 275) presentato ieri al Festivaletteratura di Mantova. Come suggerito dal titolo originale, «Ghost light», la tormentata relazione tra O'Neill e Synge si trasforma in un flusso di pensieri tra passato e presente, un lungo monologo sussurrato, costruito sul filo dei ricordi di un'attrice ormai vecchia e sola, smarrita per le vie di Londra. Più che una «canzone», una «composizione di musica da camera», spiega l'autore che, non solo perché fratello di Sinead O'Connor, ama la musica, ma perché crede che ogni forma letteraria debba essere musicale. Il romanzo non è la vera storia di Molly e Synge, chiarisce l'autore che trascura quasi completamente gli eventi biografici anche se, a Dublino, ha vissuto a un miglio dalla casa dove Synge e la madre trascorsero i loro ultimi difficili anni, ma è un grande affresco poetico, un'opera che si prende molte libertà rispetto alla realtà e diventa la storia d'amore tra due personaggi che provengono da due culture e classi sociali profondamente diverse. È soprattutto una storia commovente di abbandoni e riconciliazioni ambientata nella Dublino oscurantista di inizio Novecento, dove la diciassettenne Molly Allgood muove i primi passi nel mondo del teatro e sogna un futuro di attrice in America. Ribelle, irriverente, bella, corteggiata da tutti, diventa l'amante di John Synge, il più importante drammaturgo irlandese, un genio inquieto dalle passioni tempestose. Il loro è un amore tormentato, a volte crudele, spesso tenero, che sfida le convenzioni rigide dell'età edoardiana, la differenza di età e di estrazione sociale. O'Connor segue Molly nelle due fasi distinte della vita: quando è un'adolescente innamorata di un uomo difficile e quando è una vecchia signora vicina alla fine della vita, quando è una «reliquia del passato», logorata dalla malinconia, dalle ambizioni e dai rimpianti di una vita. «Che cosa sono gli anni? Finzioni. Macchie d'inchiostro sopra un calendario. Ultimamente ci sono momenti in cui ieri sembra una vita fa, e il domani un secolo che ancora deve iniziare, tanto sembra irraggiungibile». È il pensiero ricorrente di Molly, al mattino nella sua stanza fatiscente, quando «il passato sgattaiola fuori dalle credenze», quando il pensiero torna all'uomo amato mai dimenticato, quando nel suo mondo trasognato le figure reali si confondono con i fantasmi. «Una canzone che ti strappa il cuore» è l'omaggio all'arte del narrare di Joseph O'Connor, una delle più grandi voci della narrativa irlandese contemporanea, una storia sull'amore esul dolore.