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L'inferno silenzioso di Sara

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Saraha quindici anni, vive a Milano e ha un terribile segreto: digiuna per un giorno intero oppure passa in cucina e ingurgita tutto ciò che trova in frigofero e corre a vomitare in bagno dopo essersi infilata una calzascarpa in gola. Va avanti così da un pezzo ma i suoi genitori (papà oculista e mamma impegnata nel sociale) non si sono accorti di nulla. Sara è fiera di se stessa: in sei mesi ha perso 10 chili. Si sente onnipotente, riesce a correre anche un'ora e un quarto di fila nel parco, in piscina fa sessanta vasche senza fermarsi, si ammazza di addominali di notte per smaltire qualche caloria in più. Sara è la protagonista di «Maledimiele» il film-denuncia sulla tragedia dell'anoressia firmato da Marco Pozzi che sarà presentato oggi fuori concorso alla Mostra di Venezia (Sala Pasinetti ore 15.30) e riceverà il premio FiuggiFamilyFestival. Benedetta Gargari è l'attrice che interpreta Sara (nel cast anche Gianmarco Tognazzi e Sonia Bergamasco). Anche Benedetta ha 15 anni, è romana e da dieci anni lavora nel mondo dello spettacolo (ha recitato in film di Ozpetek e in fiction tv come in Incantesimo). «È stata un'esperienza impegnativa - dice Benedetta - ho dovuto perdere cinque chili ma soprattutto mi sono dovuta immergere nel mondo delle anoressiche». Giornate intere dentro internet, sui blog che inneggiano al digiuno (Pro-ana e Pro-mia) a carpire i «segreti», gli «escamotages» che le sacerdotesse della negazione del proprio corpo si scambiano. «Come quella di fare un bagno in una vasca piena di cubetti di ghiaccio - spiega Benedetta - perché quando si esce per recuperare la temperatura corporea l'organismo consuma almeno duecento calorie». Impressionante è il distacco con il quale Benedetta parla di queste cose: «Non sono mai stata anoressica, non lo sarò mai. Ecco perché ho potuto interpretare questa parte. L'anoressia è una malattia subdola. Nella prima fase non ti accorgi che stai male, sei euforica, pensi di poter gestire tranquillamente la cosa. Quando ti accorgi che ti stai suicidando è troppo tardi». A chi è rivolto il film? «Ai genitori con un appello: state attenti alle vostre figlie. Vuole essere un aiuto anche per le ragazze: uscite allo scoperto, parlate dei vostri disagi, delle paure. Perché se si comincia con una dieta ferrea e poi non ci si ferma più, c'è un'incomprensione profonda con i genitori e un rapporto difficile con la propria madre». Il regista Marco Pozzi precisa che «il film non ha intenzioni voyeuristiche, sulla scarnificazione del corpo ma quello di far vedere il mondo attraverso gli occhi di Sara, la sua percezione della realtà distorta dalla malattia, che la porta alla sovraesposizione dell'immagine di sè stessa». Maledimiele, nelle sale la prossima primavera, sarà proiettato nelle scuole.

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