È un narratore di eccezione ad arricchire gli eventi della rassegna Roma in scena: l'attore Claudio Santamaria.
L'areaesterna del Casino Nobile di Villa Torlonia ospita infatti il progetto Jazz Tellarz con due eventi di teatro e musica jazz: ieri ha parlato di Miles Davis, oggi parlerà di Billy Holiday. Santamaria sta raccontando le vite degli artisti con aneddoti e curiosità. «Un'iniziativa che ho trovato subito interessante - ci ha detto -. Quando ho letto questo testo a tre voci narranti e ho capito che avrei dovuto leggere dei passi di Miles Davis la cosa mi ha subito esaltato. Si tratta di uno spettacolo composito in cui i narratori, assieme ad un pianista e ad un contrabbassista, invitano lo spettatore ad ascoltare una sorta di narrazione musicale con i brani che si fondono con i racconti. Amo il jazz e l'arte di Miles Davis. Allo stesso tempo mi è sempre piaciuto fare delle letture davanti al pubblico». Questo evento dunque sembra coniugare due sue grandi passioni: il teatro e la musica. «Sì, anche la musica è una mia grande passione, avevo pure imparato a suonare la tromba in occasione del film di Pupi Avati "Ma quando arrivano le ragazze?". Dovevo coprire i play back e alla fine me la cavavo così bene che in seguito ho fatto anche qualche concerto con un gruppo, ora però non suono da tempo». Si cimentò anche come cantante interpretando Rino Gaetano. «Sì in quella occasione imparai tutte le sue canzoni per poi cantarle in prima persona nel film. Per prepararmi sul personaggio feci un accurato lavoro studiando i suoi filmati, ascoltando le sue canzoni, leggendo diverse biografie, ricordo che fu un lavoro di preparazione di mesi». Visto il successo che ebbe quella fiction si direbbe che il lavoro paga... «È vero, ebbe molto successo. Ma quando affronto un nuovo impegno cerco sempre di essere soddisfatto soprattutto di me stesso, sono molto autocritico». Fu sempre il suo amore per la musica a portarla a presentare il Concertone del primo maggio nel 2008? «Sì, fu un'esperienza che mai scorderò nella vita. In quella occasione il rapporto con il pubblico fu veramente emozionante, interagivo con la platea in una serata carica di energia. L'adrenalina mi rimase per i giorni successivi». Lei ha cominciato con un gruppo di amici come Paola Cortellesi e Massimiliano Bruno, cosa ricorda? «Abbiamo iniziato al teatro Colosseo che era una realtà unica a Roma. C'erano quattro sale per fare spettacolo, era una grande opportunità per le piccole e giovani compagnie che volevano sperimentarsi».