Kinsella Mania
Lei è vivace. Si chiama Becky. E si barcamena tra il lavoro e la vita privata, si innamora e deve vedersela con altre rivali. Scopre di avere una sorella. Anzi, sarebbe meglio dire sorellastra. Completamente diversa da lei: ecologista, risparmiatrice, proiettata verso il futuro. Becky è firmata da cima a piedi e sembra che la sua vita lavorativa sia sempre in piena burrasca. Un totale fallimento. Ma ha l'amore. Infatti ha coronato il proprio sogno, conoscere e stare con Luke. Anche se vuole di più. Perché desidera un bebè. E questo arriva, è femmina e si chiama Minnie. Una piccola amorevole peste e (diciamoci la verità): una femminuccia un «po'» viziata. È la saga tutta letteraria di «I love shopping» (Mondadori): siamo al sesto libro del più grande successo editoriale del momento firmato Sophie Kinsella. Eh sì, perché è questo il nome d'arte (e di battaglia) di Madeleine Wickham: se l'è guadagnato riga dopo riga, vendendo non centinaia ma milioni di copie in tutto il mondo. Il comune denominatore è naturalmente lo shopping e, di conseguenza, i debiti che ne derivano da chi come la protagonista fa un uso sconsiderato della propria/e carta/e di credito. Eccola, la nostra Becky (Rebecca Bloomwood) dare fondo alle proprie finanze per una sciarpa (sì ma un pezzo unico) di «Denny & George» o fare quasi a cazzotti per un paio di stivali firmati. Il tutto sullo sfondo di un'Inghilterra raccontata a tinte forti e, ovviamente, vestita di rosa anzi, forse sarebbe meglio dire rosa fucsia e tutta fronzoli. È sempre lei, protagonista indiscussa, che si muove tra copertine patinate e riviste di moda, piccole bugie e tanta, ma tanta voglia di vincere alla lotteria. Sarà per questo motivo che, le teen-ager del pianeta, se ne innamorano continuando a comprare libri per leggerne le «gesta». Andiamo con ordine. Nel primo volume Becky lavora in una rivista di prestigio come il londinese «Far fortuna risparmiando». Ma si mette nei pasticci a causa dei debiti contratti e delle continue lettere da parte di una banca a dir poco spazientita. A tirarla fuori dai guai bastano - a malapena - i consigli dell'amica Suze. Anche quest'ultima è eccentrica come la nostra Becky ma non altrettanto spendacciona. Anzi, Suze sfiora quasi la tirchieria, almeno quanto è ricca e in vista in una bella società fatta di baronetti e lord. Basti pensare che nel corso delle «puntate» sposerà un proprio parente e metterà al mondo due (ululanti) gemelli. L'unico punto di forza di Becky è la tenacia. Deve risolvere i propri problemi con la banca ed eccola mettere all'asta i propri - cari e preziosi - capi d'abbigliamento. Divertente, spumeggiante, sempre alle prese con una bottiglia di vino e con i «consigli per gli acquisti», si mette in testa di stare insieme a Luke e la spunta, se lo sposa e ci fa una figlia. Si trasferisce insieme a lui a New York ma non c'è niente da fare, i debiti le rendono - anche Oltreoceano - l'aria irrespirabile. Il matrimonio anzi, i due matrimoni (il primo fatto per accontentare Elinor, la terribile madre del suo lui) le cambiano il modo di vivere ma non di vestirsi. Ora siamo al libro numero 6, «I love mini shopping», in questi giorni negli scaffali di tutte le librerie. È l'ultima e tanto agognata fatica della scrittrice dalla penna vivace come quella della Kinsella. Luke, il marito della bella Becky, è la vera vittima, stretto nella morsa delle compere, rispettivamente, della moglie e della figlia. Questa, seppur dolcissima, è una piccola peste. «È miiiooooo», grida nei negozi dove entra firmata da capo a piedi calzando comodissime scarpine... Dior, ovviamente. Un cavallino artigianale o un delizioso carrettina sono in grado di far cambiare l'umore della giornata. Tale madre, tale figlia.