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Quando la fede ti trova e diventi un assassino

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Puoichiuderti in una torre per non soffrire e te l'abbattono. «Un tuffo nella luce» è il nuovo romanzo di Gabriele Romagnoli in uscita con Mondadori. Benjamin Devereaux, detto Benny, ha circa venticinque anni ed è solo. Vive a Manhattan segregato in un attico di duecentoventi metri quadrati con vista sulle Torri Gemelle. Salvo rarissime eccezioni, non esce di casa da un anno e mezzo. Anche se ha regolato la propria esistenza come voleva, con tutte le precauzioni per non soffrire mai più, non sorride. Quel che gli serve lo ordina al telefono o premendo tasti al computer. Così si procura il cibo, rifornisce il suo guardaroba, riceve a domicilio un nuovo cd, dvd o libro e soddisfa i desideri sessuali. Così ha avuto ogni cosa che ha posseduto, compreso il telescopio con il quale spia le vite degli altri nelle Twin Towers. I suoi genitori sono morti in un incidente d'auto e l'eredità è stata un biglietto vincente della lotteria da cinque milioni di dollari. Con quelli, Benny vuole vivere dieci anni alla grande e poi sparire. Ma l'apocalisse dell'11 settembre stravolge i suoi piani. Benny allora non si trasforma in un vendicatore. Amare gli assassini aggiusta tutto. Non perdonarli, diventare uno di loro. Non si impara a diventare musulmani, la fede trova te. Lui è convinto di aver trovato ancora una volta il modo di evitare il dolore. Ma ancora una volta il destino beffa le sue illusioni. Benny capirà chi è veramente solo alla fine, con un atto di coraggio che lo porterà a scegliere il bene. Un romanzo, quello di Romagnoli, di solitudine e dolore, fede e redenzione. Perché, come scrive, «Dio è un cartello stradale, poi siamo noi a scegliere la direzione. L'etica siamo noi.

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