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L'amore secondo Verdone

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Autunno caldo per Carlo Verdone, super impegnato nei suoi svariati progetti cinematografici. A cominciare dalla presenza alla imminente Mostra di Venezia, dove nella retrospettiva che il direttore Marco Müller ha dedicato alla commedia italiana («La situazione comica») c'è anche il film di culto «Compagni di scuola» di Verdone. Il regista-attore ha anche avuto un incontro ravvicinato con Robert De Niro, uno dei miti che il suo personaggio, nel film «Borotalco», millantava di conoscere: «Robert, Dustin, Burt...», tutti amici suoi (almeno nella finzione) e tutti al centro di clamorose confessioni, compresa quella in cui veniva svelata l'omosessualità di John Wayne. Ma Verdone, ora, De Niro l'ha incontrato davvero, giovedì scorso a Roma, a casa di Aurelio De Laurentiis (vicino alle Scuderie del Quirinale) per parlare del prossimo set romano, «Manuale d'amore 3», terzo capitolo della serie di commedie a episodi di Giovanni Veronesi. De Niro ha accettato l'ingaggio dopo aver letto il copione, visto i film di Veronesi e aver pattuito un compenso che De Laurentiis ha definito da «fantacalcio». La star hollywoodiana reciterà anche in italiano e avrà il ruolo (in uno dei tre episodi incentrato sulle relazioni over 60) di un professore di storia dell'arte, divorziato, che da Boston approda nella tanto amata Città Eterna, dove incontrerà una donna (la divina Monica Bellucci) per la quale dovrà affilare le sue armi di seduzione, un po' arrugginite. Suo antagonista Michele Placido. Verdone, che ruolo avrà in questo episodio? «Il nostro sarà un incontro-scontro. Ma ci siamo ripromessi con Bob di impegnarci al massimo in quella scena. Mi ha abbracciato, ci siamo messi a vedere le foto dei nostri rispettivi figli sui cellulari e poi ha voluto fare una foto con me: aveva visto alcuni dei miei film e mi ha detto di apprezzare molto i miei tempi comici. In particolare, in quella scena di "Manuale d'Amore" in cui scappo poco prima dell'appuntamento con la mia ex compagna di scuola, dopo aver visto quanto è brutta». Ci sarà anche un altro ruolo su misura per lei in «Manuale d'amore»? « Sì. Nel mio episodio si racconta di un'ossessione amorosa, dalla quale io devo scappare, dopo l'incontro con una donna pericolosissima, interpretata da Donatella Finocchiaro, peraltro, credo, alla sua prima prova in una commedia».   Giovedì prossimo sarà a Venezia a presentare la retrospettiva comica italiana: è arrivata l'ora dello sdoganamento della commedia nei grandi festival? «È un grande tributo fatto ai bei film del passato che hanno avuto successo. Presenterò il mio "Compagni di scuola", ma anche "Lo scapolo" e "Un giorno in pretura". Si potranno rivedere sul grande schermo anche Tino Scotti e Macario, per mantenere viva la memoria di tanti bravi comici e farli conoscere ai giovani. In un'epoca in cui è facile finire nel dimenticatoio. Se dovessi rifare "Viaggio con papà", interpretando il ruolo che fu di Sordi, mio figlio sarebbe di sicuro Mastandrea o Germano: anche se non sono comici sono i migliori attori della loro generazione». Tra set romano e partecipazione a Venezia, spunta pure la preparazione del suo nuovo film, di che si tratta? «Sono ancora in fase di scrittura e girerò nella primavera prossima; poi, il film uscirà quando De Laurentiis lo riterrà più opportuno. La storia è corale con un forte tema sociale e racconta di alcuni single che si ritroveranno, loro malgrado, a convivere insieme in una situazione precaria. Oltre a me, nel cast, ci saranno altri due attori, tra cui Marco Giallini, e un'attrice che ancora non ho scelto». Titolo provvisorio? «"Tre mariti", ma è molto provvisorio. Tra qualche anno, mi piacerebbe dirigere un dramma su due donne, una giovane e l'altra anziana». Ha accettato di dirigere anche il festival della Comedy a Stresa? «Sì, il sindaco mi ha proposto questa nuova avventura e sono stato felice di accettare insieme con Mario Sesti e Angela Prudenzi. Partirà a luglio 2011 e sarà dedicato al genere più sottovalutato dai festival. Negli anni '50, in Italia, la commedia è stata il vero sostituto del grande romanzo popolare che la nostra letteratura ha spesso sognato senza mai riuscire davvero a creare».  

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