«Lancio la sfida ai Tg di Raiuno e Canale 5»
Alledue grandi corazzate che possiedono il 90% dello spazio delle ore 20». Parola di direttore, insomma. Giocandosi il tutto per tutto per quel restante 10%, fa riferimento rispettivamente al Tg1 e al Tg5, due indiscussi colossi dell'informazione serale. E c'è di più. Perché Mentana rincara la dose e si rivolge direttamente ai direttori di Rai e Mediaset. Lo fa con ironia: «Se per assurdo i due maggiori Tg fossero pluralisti, dando allo stesso modo le notizie su Berlusconi e Bersani, senza sudditanza e con irriverenza, noi non avremmo spazio. Minzolini - aggiunge - dice che daremo fastidio a Mimun. Quest'ultimo - continua - il contrario: speriamo abbiano ragione tutti e due...». Da lunedì, in ogni modo, in casa La7 giungeranno grandi novità: nuovo studio, nuova grafica, una neonata sigla e Mentana, dal canto suo, scenderà in campo per presentare il telegiornale sette giorni su sette. Ci sarà spazio, nel palinsesto, anche per un magazine che prende il nome di «Life». Le «morning news» (notizie del mattino), saranno date alle 6. Alle 7.30 ci sarà la nuova edizione del Tg di La7 che introdurrà il pubblico a «Omnibus». Per la successiva edizione bisognerà aspettare le 13.30 mentre, per quella della notte, le ore 23.45. I curiosi e gli appassionati di informazione potranno seguire il tutto anche in diretta su YouTube, visto che La7 ha stretto da poco un accordo con la rete di internet (youtube.com/la7). Come ha tenuto a precisare Mentana, per informazione si intende anche il «Trafficando» di Enrico Vaime e il programma di Alain Elkann, che parlerà di libri in pillole e più in generale di cultura con il proprio «Book store». Il direttore dell'informazione di La7, dopo i ringraziamenti ad Antonello Piroso e all'equipe della rete Telecom, ha ricordato anche i propri trascorsi in Rai prima, in Mediaset poi. «In Rai - ha detto - mi sono formato. È stato proprio quello il momento in cui ho cominciato a studiare un Tg alternativo mentre lavoravo in un Tg ortodosso: in Mediaset, invece, era l'epoca in cui si poteva reinventare qualsiasi cosa».