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L'enigma sulla morte di Mozart è un mistero che continua ad affascinare.

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Dicosa è realmente morto Mozart? Forse di avvelenamento? A rievocare quella mezzanotte del 5 dicembre 1791, ci ha pensato stavolta la rivista americana «Medical problems of performings artists», con un articolo poi rilanciato dal «New York Times». Il lavoro è stato realizzato dal dottor William J. Dawson, chirurgo ortopedico in pensione e apprezzato suonatore di fagotto, che ha raggruppato tutte le varie teorie sul decesso di Mozart in 5 sezioni e, sebbene in mancanza di prove certe sia impossibile offrire la soluzione definitiva dell'enigma, la teoria dell'avvelenamento rimane senza dubbio quella più suggestiva. Alimentata non solo dalla ben nota rivalità tra Mozart e il collega Antonio Salieri, ma soprattutto dalle parole stesse del musicista salisburghese che, in procinto di morire, sostenne di essere stato avvelenato con il mercurio dell'acqua toffana. Questa ipotesi fu però subito smentita sia dalla difesa di Salieri sia dal confronto medico tra i sintomi di Mozart e quelli provocati dall'avvelenamento da mercurio. Gli studiosi si devono quindi accontentare delle testimonianze, spesso contrastanti, della vedova del compositore, Costanza von Weber, della sorella di lei, Sophie Haibel, e dei ricordi di un medico viennese che fu uno dei pochissimi a parlare personalmente con chi lo curò nei suoi ultimi giorni di agonia. Mozart si mise a letto il 20 novembre 1791, dopo essere stato assalito da un fortissimo stato febbrile, accompagnato da dolori addominali e vomito. Il 4 dicembre le su condizioni peggiorarono improvvisamente. Closset arrivò molto tempo dopo e si limitò a somministragli delle compresse e a fargli impacchi freddi per calmare la febbre. Ma un'ora dopo Mozart morì a soli 35 anni. Dagli studi fatti, Dawson ha diviso le cause della sua morte in 5 gruppi: avvelenamento, infezioni, malattia cardiovascolare, malattia renale e origini varie, come (ad esempio) uno shock emorragico provocato da un salasso. Ma è certo più romanzesco credere nel presunto avvelenamento operato dal rancore e dall'invidia che Salieri pare nutrisse per il grande compositore. Una leggenda che si tramandò di bocca in bocca, tanto che nel 1830 il poeta russo Aleksandr Sergeevic Puskin raccolse il pettegolezzo e ne fece un dramma teatrale in versi dal titolo «Mozart e Salieri», contribuendo a rovinare la reputazione del forse innocente compositore italiano. Il carattere razionale e matematico di Salieri era di sicuro opposto a quello fantasioso e fuori dagli schemi di Mozart. E seppure sembra ormai certo che i due fossero rivali, c'è persino chi sostiene che fossero però persino amici corretti e leali. Anche se è facile immaginare che di fronte alla bellezza, alla forza e alla semplicità del genio, si può essere erosi dall'invidia.

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