Fleming, quello scrittore che sapeva fare la spia
Oltread essere scrittore, Ian Fleming fu un giornalista, un soldato durante la seconda guerra mondiale e anche una spia, essendo arruolato nel Servizio Informazioni della Marina alle dipendenze dell'ammiraglio Godfrey. Sebbene nei primi anni della sua carriera come scrittore, ovvero dal 1952 data di pubblicazione del suo primo romanzo «Casinò Royale», Fleming non avesse avuto apprezzamenti da pubblico e critica, col passare degli anni, e in particolar modo dal 1962 (anno di approdo nelle sale cinematografiche della primo film ufficiale di James Bond, «Agente 007 - Licenza di uccidere» con Sean Connery), l'autore inglese fu rivalutato e oggi rappresenta uno dei più significativi scrittori inglesi del Novecento. la sua voglia di indipendenza lo portò a non impegnarsi nella carriera militare. Tanto che la madre, esasperata, nel 1928 lo mandò in Austria, a Kitzbühel, dove, grazie ad un ambiente meno opprimente, Ian si forma come individuo, appassionandosi inoltre allo sci e all'alpinismo, attività che ricorreranno sovente nei racconti di 007 viene. Diventa poi inviato speciale del Times a Mosca, ma la morte del nonno lo porta ad abbandonare la strada del giornalismo e a diventare quindi socio della banca di famiglia. Durante la Seconda guerra mondiale collaborò attivamente con i servizi segreti della Marina e uscì dalla guerra profondamente segnato, sebbene non sia mai stato in prima linea: la sua amante, Muriel Wright, rimase tragicamente uccisa in un bombardamento. Questa figura ha per il giovane Fleming un ruolo simile a quello che riveste Vesper Lynd in «Casinò Royale» nei confronti di Bond, l'unica donna mai amata dall'agente segreto. E con l'esclamazione «Oh, James... », espressione della Bondgirl quando si fa conquistare da 007, Flaming ha dato vita alla nuova moderna eroina: astuta, sexy, palestrata e pronta a tutto, pur di vincere e di non stare più soltanto al servizio dell'uomo. D. D.