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La nuova Eneide

Velieri

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Altro che ricerche in vecchi, polverosi archivi: gli archeologi moderni, in stile Indiana Jones, amano la vita avventurosa. E proprio un gruppo di archeologi sta per per ricostruire uno dei viaggi più famosi di tutti i tempi: quello di Enea. A tremila anni dall'avventura dell'eroe la nave di Enea salperà ancora una volta dalle spiagge che furono di Troia, oggi sulla costa turca, ripercorrerà il viaggio avventuroso raccontato da Virgilio nell'Eneide e approderà sulle coste vicine a Roma dove, secondo la leggenda, i troiani diedero vita al popolo che fondò la Città Eterna. Un gruppo di studiosi e archeologi turchi impegnati in una campagna di scavo nel sito di Antandrus, l'attuale Altinoluk, nell'area della città di Troia, ripercorrerà il viaggio del mitico «nonno» dei romani. Il gruppo di studiosi, guidato dal professor Gurcan Polat, userà una nave costruita nello stile di quelle del periodo post-troiano, rigorosamente costruita sulla base delle conoscenze storiche. «La nave, il cui nome è "Tempesta", partirà da Altinoluk e seguirà il percorso del gruppo guidato da Enea usando solo il vento e i remi - ha spiegato Polat - Attraverso le isole dell'Egeo e passando per la costa greca - ha aggiunto - Il viaggio continuerà fino a Ischia di Castro», nella provincia di Viterbo, dove sorgeva un borgo etrusco. È prevista anche una tappa in Tunisia, nei pressi dell'antica Cartagine, dove Enea fu ospite della regina Didone e dove, sempre secondo la leggenda, la regina si tolse la vita per l'amore, non ricambiato, verso l'eroe. Secondo il racconto di Virgilio Enea, figlio del principe Anchise e della dea Venere, fuggì da Troia dopo che fu distrutta dai greci, raggiunse Antandrus e da qui partì con la sua nave. «Oltre a essere un eroe importante per l'Anatolia, a lui viene fatta risalire la nascita di Roma - ha spiegato Polat - e per questo abbiamo dato vita a questo grande progetto europeo, seguendo l'avventura di Enea». Lo studioso ha quindi precisato che durante il viaggio della nave "Tempesta", che dovrebbe salpare entro l'anno, sarà realizzato un documentario. Il viaggio punta ad approfondire le conoscenze sui metodi di navigazione degli antichi e sui loro mezzi, ma vuole anche rinnovare l'amicizia tra i popoli del Mediterraneo. L'obiettivo è di riscoprire i legami storici tra i popoli che ancora oggi vivono vicino al mar Egeo, allo Ionio e al Tirreno. Gente diversa con storie e tradizioni in buona parte comuni. Un'impresa che prosegue quella tradizione iniziata con il grande Thor Heyerdahl che, negli anni '70, attraversò gli oceani con barche di giunco e papiro per dimostrare che gli antichi egizi potevano aver scoperto l'America. Polat ha organizzato il viaggio anche per il suo Paese: «Spero che possa contribuire a promuovere la Turchia all'estero», ha concluso.

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