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Tesori sommersi: istruzioni per l'uso

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Prontiad immergersi lungo le coste della penisola. Ma cosa fare se sotto le onde ci si imbatte, ad esempio, in un'anfora millenaria appartenente ad una nave mercantile greca? Il presidente dell'associazione territoriale Centro Subaqueo Blu Diving a Ragusa e Responsabile Nazionale per l'archoelogia subacquea della Uisp (Unione Italia Sport Per Tutti), Maurizio Buggea, spiega che «se si trova qualcosa nel fondo marino la prima cosa da non fare è toccarlo, perche potremmo danneggiarlo. In seguito dobbiamo cercare di capire il punto preciso in cui si trova per segnalarlo agli organi competenti». Parti di navi greche, antiche anfore bizantine, statue in marmo. Sono questi alcuni dei tesori che si trovano nelle profondità del mare italiano. Oggetti che appartengono all'antichità e che tornano a galla anche grazie al lavoro di osservazione e ricerca di numerose associazioni specializzate nell'archeologia subacquea. «L'anno scorso, in una zona in cui si credeva ci fossero solo reperti di epoca bizantina, abbiamo trovato il torso di una statua in marmo proveniente dall'Asia meridionale», racconta Buggea. Queste associazioni, presenti in tutta Italia, organizzano corsi e attività sia per i meno esperti sia per gli operatori archeologici subacquei, che vanno dalle visite guidate ai corsi teorici sulla tutela del patrimonio culturale sottomarino. «Uno dei nostri compiti è dare degli elementi informativi ai subacquei sulla tutela del territorio e come ci deve comportare quando si trova un reperto», aggiunge Buggea. Nella zona del ragusano, dove si concentrano le attività della siciliana Blu Diving, si trovano principalmente relitti dell'epoca greco-romana e bizantina. «Nella nostra associazione - racconta - abbiamo una sezione di giovani con circa 20 partecipanti in cui impartiamo lezioni di nuoto subacqueo e una con altri 20 soci adulti dove diamo degli approfondimenti». Alcuni ritrovamenti sono stati effettuati anche grazie alle segnalazioni dei bagnanti. Carmelo Mormina, socio del Blu Diving, spiega l'importanza di queste segnalazioni: «Dall'analisi dei resti di un'antica anfora è possibile risalire al tipo di materiale che conteneva e così ricostruire l'attività mercantile dell'epoca».

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