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Una gita imperiale al Museo Napoleonico

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Aquesto proposito, minuta ma preziosa, vi è la mostra comprendente trentasei litografie di Denis-Auguste-Marie Raffet (1804-1860), presentate al civico numero 1 del capitolino Museo Napoleonico di piazza di Ponte Umberto I, al termine di via Zanardelli. L'allestimento, al quale è stata dedicata la Sala VIII, è stato inaugurato dall'assessore Croppi. L'Album, che reca la dedica al principe Anatole Demidoff, marito di Matilde Bonaparte e mecenate dell'artista, presenta una narrazione degli avvenimenti dallo sbarco delle truppe francesi a Civitavecchia il 25 aprile del 1849 fino alla benedizione impartita il 18 aprile 1850 da Pio IX all'armata, che lo aveva riportato sul trono pontificio. Una mostra, in poche parole, che racconta l'Italia e Roma con gli occhi dei francesi. Nata come una committenza, rientra a far parte della storia drammatica di quei giorni. L'accuratezza e la precisione descrittiva, peculiari dello stile di Raffet, non escludono una qualità artistica di notevole livello. «Con minuziosa attenzione l'artista delinea le diverse divise del corpo di spedizione - hanno scritto a quattro mani Giulia Gorgone (responsabile del Museo Napoleonico) e Maria Elisa Tittoni(dirigente dei Musei d'Arte Medievale e Moderna) - tracciando un vero e proprio repertorio delle uniformi dell'esercito francese dell'epoca, e descrive in modo puntuale e didascalico le tecniche militari della metà del XIX secolo. L'album - continuano le due - sembra costituire il precedente dei moderni reportage di guerra, con una predilezione rivolta non tanto alle scene concitate di battaglia quanto piuttosto alla vita di trincea e alle lunghe attese dei soldati dietro la prima linea. Il punto di vista è sempre quello dell'esercito francese: protagonista è il fronte più che la città assediata, spesso riconoscibile solo grazie alle puntuali iscrizioni in calce alle litografie, talvolta evocata unicamente attraverso le sue storiche mura».

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