La Madonna è di tutti

Madonnenere, orientali, d'Occidente. Madonne bambine e adulte. Icone con il volto di Maria di scuola russa. Si è declinato in modi diversissimi, e in luoghi lontani, il modo di rappresentare la madre di Gesù che oggi veneriamo con la festa dell'Assunzione. L'immagine di Maria unisce le religioni. I cattolici la venerano, e non si contano più le apparizioni. L'Islam la inserisce tra le quattro elette, accanto a Fatima la luminosa, figlia del Profeta, e alle sue due spose Khadija e Aisha. In India, Maria compare accanto a Gesù givanetto, affiancata da un poster di Ganesh benedicente in trono. Non si sa quale sia stato il vero volto della Madonna. Si afferma che il primo ritratto della Vergine col Bambino sia opera dell'apostolo Luca e che quello che più gli si avvicina sia la "Madonna di Smolènsk", icona prototipale proveniente da Bisanzio e custodita nell'omomima città. 250 chilometri a sud-ovest di Mosca. Le raffigurazioni sono state lasciate sempre alla fantasia dei loro autori. Con strane commistioni. In Cina, nella cattedrale di Pechino, è venerata l'immagine della Vergine con in braccio il bambino: i tratti sono orientali, Maria appare come un membro della famiglia imperiale. Allo stesso modo, per le strade di Pechino si possono trovare "occidentali" immagini del cuore immacolato di Maria. In Africa, Madonne di colore. Hanno abiti leggeri. Nulla a che vedere con le Madonne nere. Diffusissime in tutta Europa (la più famosa è la Vergine di Czestochowa), sono di due tipi: quelle in origine di carnagione chiara, poi annerite dall'ossidazione dei pigmenti che ne coloravano il volto e dal fumo delle candele votive, oppure (in Africa, ma anche in America Latina) fusioni sincretiche con culti locali. Sulle Madonne Nere c'è da indagare. Il culto si diffuse nel Medioevo, ad opera di grandi riformatori religiosi, come Bernardo di Chiaravalle. Il quale rivela di aver ricevuto l'illuminazione un giorno in cui pregava nella Chiesa di Saint Vorles a Chatillon-sur-Seine, davanti a una statua di Madonna Nera. Si dice che dopo che egli avesse pronunciato le parole "Monstra te Matrem" (Mostrati, o Madre), Maria si premette il seno, e tre gocce del suo latte caddero dalla sua bocca. Molte Madonne nere, scolpite e dipinte, vengono attribuite all'apostolo Luca. Al culto misterioso sono stati dedicati libri. Più di quattrocento, nel mondo, i santuari dedicati alle vergini nere, e il numero cresce se consideriamo dipinti ed icone conservati in opere particolari. In Italia, la Vergine Nera più nota è nel santuario di Loreto, nelle Marche. Nel Lazio sono quindici, di cui nove a Roma (a Santa Maria Maggiore, Santa Maria in Trastevere e Santa Maria del Popolo le più note). Ed è di carnagione un po' scura anche la Virgen Morenita di Guadalupe (Messico), importantissima per i cattolici latinoamericani. L'immagine rappresenta un'adolescente, alta 143 centimetri, né india né occidentale. Un meticcio, e un'immagine profetica: nel 1531, quando iniziò il culto dell'immagine che si era formata miracolosamente sul grembiule di un contadino indio, i meticci non esistevano. Il volto di Maria ha assunto sempre più tratti simbolici. Ma come era veramente Maria? Nessuno può rispondere, non esistendo raffigurazioni dell'epoca. Ma c'è un ritratto, a Bondone (Trento) che la tradizione vuole sia stata la stessa Vergine ad aver dipinto. Arrivata nel Paese con la culla di Gesù sulle spalle, commossa dalla semplice accoglienza ricevuta, posò la culla a terra (il profilo pare sia ancora visibile in un masso nel torrente Bondone), entrò nella chiesa di San Lorenzo e dipinse su tela il suo volto. Il ritratto è ancora lì.