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Tutti sognano di sparire Ma si rischia l'immoralità

L'uomo invisibile

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Dài, non fate le mammolette. L'avete pensato tutti: che si fa, una volta diventati invisibili? La variabili tendono tutte al losco e all'osceno. Nell'ordine vi siete posti le seguenti alternative: 1) mi metto sulla via principale e comincio a baciare (nel caso più soft) tutte le pollastrelle che passano; 2) vado in banca, osservo l'impiegato che apre la cassaforte, annoto la combinazione e nottetempo mi porto via il bottino; 3) resto seduto sul divano, e vedo cosa combina la mogliettina (o il maritino, perché non è che certe angosciose idee vengano solo in testa agli uomini). Altro da proporre? Sì, c'è sempre qualche esaltato che vorrebbe dare martellate in testa a questo o quel politico, ma vale la pena di giocarsi il piacere sottile dell'invisibilità in nome dell'odio? E non mancherebbero neppure gli ultrà disposti a piazzarsi davanti al portiere della propria squadra come difensori aggiunti: fai lo sgambetto al centravanti avversario e quello pare essersi spalmato da solo sull'erba viscida. Per non parlare di quei dipendenti incarogniti contro il capo: magari non optano per un'azione cruenta, però vuoi mettere il gusto di piazzargli una qualche sostanza maleodorante sulla scrivania? Come avrete notato, nessuna di queste scelte è eticamente accettabile. La scienza - alle prese con una possibile sensazionale scoperta - ci sta consegnando a un futuro gramissimo, dove ognuno potrebbe dedicarsi impunemente alle ribalderie preferite. In millenni di presunta civiltà non abbiamo imparato nulla: Platone (rielaborando il racconto di Erodoto) ci aveva già messo sul chi va là: nel secondo libro della "Repubblica" aveva trovato un senso morale al mito dell'anello di Gige. Ricordate? C'è un pastore dell'Asia Minore che a un certo punto trova un cerchietto d'oro. Infilatoselo al dito, Gige scopre che se gira il castone verso l'interno sparisce alla vista degli altri, e se lo ruota nell'altro senso torna visibile. E che ti combina, il vaccaro, profittando di quella condizione privilegiata? Seduce la moglie del suo re, poi lo uccide e si impossessa del potere. Sesso, sangue, ambizione smodata. Questa trama platoniana sembra una delle cronacacce dei nostri tempi: l'invisibilità ci induce a comportarci in modo malvagio, mentre con la silhouette in piena luce siamo costretti a rispettare le regole sociali. È meglio che ridimensioniate i vostri progetti: se proprio volete smaterializzarvi seguite esempi già collaudati. Ritiratevi dalle scene come Greta Garbo, o datevi alla macchia in qualche paradiso fiscale, come certi cognati. Anche perché il «mantello dell'invisibilità», avvertono i ricercatori, nasconde una fregatura. Non possono vederti, ma neppure tu puoi vedere nulla, dal suo interno. Rischiereste di finire spiaccicati sulle strisce pedonali, mentre inseguite un profumo carico di promesse.  

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