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Elisa Sartarelli Altro che fido bau.

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Oggiil nostro fedele amico a quattro zampe riesce «a parlare». O almeno così sembra. Su YouTube impazzano i video di cani parlanti. C'è quello che dice «mamma» e quello che chiama «papà». Ce n'è addirittutra uno in grado di pronunciare ben tredici parole. Ma davvero Fido parla? E, se sì, sa che lingua parla? O, ancora meglio, lui quale lingua parla? A chiarirci un po' le idee è l'istruttore cinofilo Massimo Perla, noto in Italia per aver addestrato numerosi cani per fiction, film e programmi televisivi (ricordiamo Eder in «C'è posta per te» e i pastori tedeschi del film «Angeli e demoni» di Ron Howard). «Un cane può emettere suoni ma non ha capacità linguistiche - ha spiegato l'esperto - Si esprime attraverso l'abbaio o il linguaggio del corpo. Può abbaiare per una richiesta o ringhiare per intimidire». Insomma, il cane che parla non esiste. Eppure lo abbiamo visto in tanti simpatici video sparsi sul web. Magari è proprio questa la questione. I video sono divertenti e l'animale che parla acquista notorietà. Però è sempre l'essere umano che interpreta alcuni suoni emessi dal cane come parole. «Magari il cane emette dei suoni che sembrano umani - ha continuato Perla - ma è solo un suo particolare modo di esprimersi, un borbottio, che noi umanizziamo». La parola «mamma», ad esempio, è diversa in altre lingue, e certo il cane non è consapevole di quale sia quella che sta parlando, né del fatto che ne esistano di diverse. Poi c'è il gatto che dice «ciao» e quello che risponde, con un miagolio, alle domande del padrone. Esistono anche animali che riescono a compiere gesti che appaiono fuori dal comune. Prendiamo il video del gatto che seduto sul seggiolino suona il pianoforte. Quel simpatico felino è davvero consapevole di ciò che sta facendo? L'esperto ha spiegato che il gatto può, forse per emulazione o per curiosità, avvicinarsi allo strumento che il proprio padrone suona. O magari si parte da un semplice atteggiamento dell'animale che vuole avvicinarsi alla tastiera. Poi, un minimo di addestramento e di abitudine, e il micio suonerà il piano, almeno in apparenza. «I suoni possono risultare stonati o meno ed è una pura casualità - ha detto l'addestratore - Io personalmente ho addestrato dei cani a suonare per qualche film». Nulla di trascendentale. Resta il fatto che il micio sembra davvero attratto dalle note che produce e ascolta, pur non conoscendone l'esistenza. Oltre l'umanizzazione, alcuni dei nostri amici mostrano dei comportamenti a dir poco singolari. Birba, un dolce micetto grigio, si offendeva se veniva sgridato e voltava il musetto dalla parte opposta a quella del padrone per mostrare il proprio sdegno. C'è anche la storia di Willy, un West Highland White terrier che, a modo suo, guardava la televisione e abbaiava davanti allo schermo spento, perché «intuiva» che a quell'ora veniva trasmesso il telefilm «Lassie». Difficile spiegarsi certi comportamenti, che potremmo liquidare come casuali. Cambiando però il punto di vista, forse non sono gli animali a non capire il nostro linguaggio, ma noi incapaci di entrare nel loro mondo.

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