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Agca voleva soltanto «ferire» Wojtyla

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Firmatoda Ali Agca, l'attentatore di Papa Wojtyla. Un progetto annunciato più volte dal «lupo grigio», che voleva pubblicare nel proprio Paese. Ora l'uscita è imminente, al massimo tre mesi, pare oltreoceano. E Agca già si autopromuove. Ecco l'intervista esclusiva data al settimanale «Gente». Ali anticipa le rivelazioni del volume. «Non c'è mai stata volontà di uccidere Wojtyla. Non era nei piani. Da dove ero io, a pochi metri, sarebbe stato facile farlo fuori. L'intento era ferirlo». «Nel settembre del 1980 un agente dei servizi segreti di un Paese straniero mi ha contattato a Zurigo», continua. «Lui e altri mi hanno convinto e indottrinato a mettere in atto quel progetto di attentato che mi presentavano come una missione storica». Su chi fossero i mandanti (tante ipotesi finora, tra servizi bulgari, Kgb, mafia turca, Cia, logge massoniche, ambienti vaticani deviati) l'ex «lupo grigio» promette altre rivelazioni nel libro in arrivo. «Sì, una verità esiste - aggiunge - Una sola. È la volontà di uno Stato. Ne fornirò la prova scritta. Ma c'è anche la volontà divina. Non sono cattolico però credo in Dio. L'attentato è la rivelazione del Terzo Segreto di Fatima». Li. Lom.

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