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L'eco di Maria Carta con la danza Feminas

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PaolaPariset «Feminas: Maria Carta, l'eco di una voce»: così torna a noi con una performance di danza – oggi 8 agosto a Carbonia e domani in un palco all'aperto ad Alghero – la grande e indimenticata cantante, cantautrice e attrice sarda Maria Carta (fu Marta nel «Gesù di Nazareth» di Zeffirelli e non solo). La mette in scena - in una severa coreografia di danza contemporanea – la sassarese Livia Lepri, che partita dal classico ha poi studiato a Roma con la Compagnia di Danza Contemporanea di Renato Greco, collaborando in seguito con Enzo Cosimi, con Monteverdi e il Balletto di Roma, con Dino Verga e Luciano Cannito. Livia Lepri, con la sua Compagnia Danza Estemporada sostenuta dalla Regione Sardegna e dal Ministero per le Attività culturali, in coproduzione con la compagnia romana Imperfect Dancers - Balletto 90, diretta da Paola Catalano e Walter Mattin, ha espresso e inverato un suo lungo sogno. Ecco la complessa coreografia, in cui tre danzatrici impersonano, in tre momenti teatrali, lo sviluppo umano ed artistico di Maria Carta: la sua giovinezza inquieta, la sua maturazione, la pienezza del suo essere e della sua arte. Fra i danzatori della Estemporada spiccano i nomi di Ina Broeckx, che ha ballato presso il Nederlands Dans Theater, il balletto dell'Opéra de Lyon e l'Aterballetto, e il nome di Marzia Falcon, danzatrice della compagnia di Micha van Hoevke – colui che ha già un primo contratto col Teatro dell'Opera di Roma, dopo l'uscita di Carla Fracci dalla direzione del Ballo. Sulle note di brani di Debussy, Piazzola, Beethoven e con musica originale di Alessio Bertallot, gli esponenti maschili del corpo di ballo rappresentano l'attaccamento di Maria Carta alla terra, alle radici e ai ricordi. Affiora così, attraverso nuove figurazioni corporee e i tanti passi a due, in cui la coreografia della Lepri si annoda a quella di Matteini, la passionalità individuale della cantante dalla celebre calda voce, ma anche la sua consapevole appartenenza ad un matriarcato, radicato profondamente della terra sarda. Le scene sono di Josephine Sassu, i video di Marco Piras, il disegno luci di Titti Sisto e Marco Piras ed i costumi di Carmen e Alessandra per Parabatula, Massimo Congiatta e Roberto Mura per Coc.

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