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Jimmy Ghione: «Porto Striscia nel mondo»

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IlTg satirico di Antonio Ricci supererà i confini nazionali. Ad anticipare la nuova linea d'azione del programma che torna il prossimo 20 settembre, è Jimmy Ghione. Con 600 servizi alle spalle, Ghione è appena tornato dalla Colombia dove ha ricevuto a nome di «Striscia» il premio «Colombia es pasion 2010», conferito annualmente al giornalista straniero che ha maggiormente promosso l'immagine della nazione nel mondo. Come è nata l'idea di «Striscia» nel mondo? Da alcuni servizi realizzati in passato, tra cui quello in Colombia dove sono andato lo scorso anno per documentare i progressi fatti nella lotta alla coltivazione della cocaina. Abbiamo riscontrato un grande interesse per «Striscia» nel mondo che sarà il leit motiv della nuova edizione. Cosa farete in pratica? L'intenzione per ora è realizzare una serie di inchieste internazionali, tenendo sempre presenti i problemi italiani. Ad esempio vorremmo documentare come sono affrontate alcune problematiche sia nel nostro paese che nelle principali capitali. Da Parigi a Madrid, a Berlino, attraversando anche gli oceani, noi italiani impareremo dagli altri, se c'è da imparare, ma offriremo anche degli esempi di validità funzionale. Qualche tappa futura? Vorremmo tornare in Colombia, ma anche in Brasile dove «Striscia» ha un enorme seguito, come ha dimostrato il mio servizio quando ero sulle tracce del mago Do Nascimento. Quale tra le inchieste da lei realizzate l'ha maggiormente colpita? Forse quella realizzata in un ufficio di collocamento chiuso per mancanza di personale. Dica la verità: ma «Striscia» è davvero indipendente politicamente? Antonio Ricci ha realizzato servizi che colpivano persino aziende inserzioniste e sponsor di Striscia. Conoscendolo posso affermare che se mai dovesse ricevere qualche telefonata da «raccomandazione» lui si comporterebbe al contrario. Cosa ne pensa della satira, oggi? Credo che goda ottima salute. Il problema è che la politica non dovrebbe mai metterci becco.

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