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Estate in tv, che noia

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Sabrina Salerno in tv ne I mitici '80

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Una sera di fine luglio, in famiglia, nell'Italia del 2010. Lui: "Cara, stasera ci guardiamo la tv, sono un po' stanco!". Lei: "Ma tu sei pazzo, usciamo sennò altro che televisione". Come darle torto, povera ragazza. Basta dare un'occhiata ai palinsesti tv delle nostre ferie per rendersi conto che non c'è proprio nulla da vedere. Niente perfidia da Gei Ar con il cappello da cowboy in testa, niente Dinasty con le guerre dei Carrington, il calcio d'agosto che ancora non si vede, le serie americane più chic che vanno sulle emittenti a pagamento. Persino Striscia la Notizia, la voce delle voci nel deserto, se ne è andata al mare lasciando spazio alle Velone, donne non proprio da sfilata, una telecamera accesa sulla realtà del corpo che cambia col passare del tempo. Ma quelle, non scherziamo, le vedi pure nelle balere romagnole tra un liscio e un lambrusco. Così mentre l'uomo stanco in attesa del suo agosto di riposo si mette davanti alla tv - che so di martedì sera - la sua compagna non può che scalpitare. Per essere contenti della tv italiana d'estate, infatti, bisognerebbe vedere la Madonna. Ma non tutti la vedono. E così accendi e t'imbatti, una sera su Raiuno, nel Medico in Famiglia, il numero 6. Lo hanno già dato. E' una replica. Non che le repliche siano peggiori dell'originale - figuriamoci - nell'era delle riproducibilità delle opere d'arte dove un dito medio alzato diventa una sorta di Nike di Samotracia - ma insomma pure guardarsi tutti i giorni lo stesso dito o la stessa fiction scoccia un po'. Zappinando, il mercoledì, da Raiuno a Canale 5, ti accorgi poi che tutti gli stereotipi sulla tv del nord saltano. L'ammiraglia Mediaset, infatti, ritrasmette i Cesaroni, una Garbatella per un massacro del già visto. Anche qui, infatti, siamo al repetita iuvant e la serie è la terza, pure quella andata in onda da tempo. E qui, nel silenzio (tranne alcuni nuovi programmi su La7 e Italia1) dell'informazione ecco che lui, stanco dal lavoro, tenta di convincere la moglie con le meraviglie del digitale terrestre, quello della Rai, che è gratis. "Cara, proviamo Raicinema?". Lei sbuffa, sognando i drink sulle sponde del biondo Tevere dove si sposta, d'estate, la movida della Capitale in cerca di fresco. Come darle torto, cara fanciulla... Prendiamo Raicinema appunto: anche qui il meglio arriva a tarda notte, quando si spengono le luci e si spegne pure l'insegna di quell'ultimo caffè bevuto per restar svegli: 0.30, La banda del Trucido. 2.05: La mala ordina. 3.45: Vittima designata. Sì, d'accordo, film già visti ma se proprio rewind ha da essere allora è preferibile rivedersi una pellicola anziché una fiction. Che poi, a pensarci bene e senza bisogna di scomodare citazioni colte e critici televisivi importanti, in questo rivedere che si salva sta pure la chiave del successo di alcuni programmi estivi che ripropongono un viaggio nel passato.   E' il caso di Mitici '80, il programma che va su Italia Uno, presentato da Sabrina Salerno. Di che si tratta? Beh, di un viaggio tra le tendenze di oggi, allo scopo di verificare cosa degli anni Ottanta sia rimasto e cosa invece sia definitivamente scomparso. Si leggeva, tempo fa, su Tgcom: "Un percorso all'interno del nostro oggi per capire il nostro ieri, una ricerca del nostro ieri per svelare il nostro oggi". Perché, diciamolo, negli anni Ottanta sì che c'era narrazione in tv. Trovavi Happy days e Dallas, Dynasty e Uccelli di Rovo, ti beccavi i quiz del vecchio Mike Buongiorno e la sua allegria. Guardavi - è vero - pure allora le repliche dei film ma trattandosi di 25 anni fa le avevi viste 25 volte di meno. Anni '80, appunto, per trovare refrigerio nella tv delle repliche. O, su la Rai, addirittura anni Cinquanta, Sessanta, Settanta. Insomma, tutto quel che si nasconde negli archivi delle teche. E' il caso di Da Da Da, che a Roma i telespettatori hanno già tradotto in daje, daje, daje, così, per ammazzare il tempo. Certo, lei, a casa, sogna ancora il suo gin tonic sulle rive del biondo Tevere mentre lui non si vuole arrendere ai palinsesti estivi della televisione del nostro scontento. Perché chissà, in questo continuo replicare, potrebbe nascondersi pure la voglia di tornare indietro. Un grande avvenire dietro le spalle, scriveva di sé nella propria autobiografia l'attore Vittorio Gassman. Oggi questa battuta sembra essere il certificato della tv del 2010, quella che comincia quando finisce la primavera e termina con il sopraggiungere dell'autunno. Per questo, da tv-dipendenti per mestiere, se davvero non vi va di portare la vostra ragazza sul fiume per un drink ma neppure di sorbirvi le centinaia di repliche, vi suggeriamo un gioco per ingannare la noia catodica di mezza estate: andate a cercarvi i programmi delle vecchie tv locali, lì sì che si davano da fare. Ricordo ancora, della mia infanzia in Toscana, le prime dirette per telefono di Tele Piombino: "Pronto? Parlo con casa Diversi a Rio Marina? Bongiorno caro sindaco, sono di Tele Piombino". "Boia deh...". Da allora sono trascorsi trent'anni, o giù di lì. Rammento che c'era ancora il Pci ed a Piombino prendeva pure un sacco di voti (senza telefonate). Come direbbe il buon vecchio Grillo, quello impenitente e leggero, degli anni Ottanta: "Te la do io la televisione….", d'estate, nel 2010, quasi 2011.  

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