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La Banda dei Babbi Natali

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Aldo Giovanni e Giacomo

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Per qualche ora si può dimenticare l'estate e illudersi di essere già nel freddo natalizio. Basta entrare nei capannoni della East End Studio di Milano per vivere momenti esilaranti al fresco di un mega abete addobbato con palle e luci colorate. E tra un ciak e l'altro, ecco apparire Aldo Giovanni e Giacomo, finiti in questura nella notte della vigilia di Natale. Tra gli attori, figurano anche un grande del teatro come Massimo Popolizio, nel ruolo di un rigattiere, Cochi Ponzoni, Angela Finocchiaro, Antonia Liskova, Remo Remotti e la partecipazione di Mara Maionchi nella parte della suocera bisbetica. Nel film «La Banda dei Babbi Natale», diretto da Paolo Genovese e da venerdì 17 dicembre nelle sale distribuito da Medusa (che lo ha anche prodotto con la Agidi s.r.l.), il trio comico non lascerà spazio al buonismo. Vestirà i panni di tre amici uniti dalla passione delle bocce e, chissà come, finiti in guai grossi: ma quali storie racconteranno per scagionarsi dalla terribile accusa di essere una banda di ladri?   L'interrogatorio con una severa e materna ispettrice di polizia (interpretata da Angela Finocchiaro) diventa lo spunto per raccontare le loro vite complicate e il modo con cui vorrebbero cambiarle, o almeno renderle un po' più semplici. Con storie, fra il serio, il divertito e il surreale. «Il mio ruolo è quello di uno scommettitore incallito che, temporaneamente disoccupato, vive di scommesse, anche se è in crisi seria con la sua compagna. Apparirò come un eterno teenager, come sono d'altra parte nella vita vera, ovvero un cinquantenne immaturo - ha detto Aldo che proprio sul set è stato vittima di un furto - Quella notte i ladri hanno forzato la mia roulotte e hanno rubato uno zaino contenente alcuni effetti personali, qualche maglietta, calzini, mutande e 250 euro. Poi si sono dileguati. Ero terrorizzato per le chiavi di casa e abbiamo subito cambiato le serrature. Alla scoperta del furto, prima mi sono arrabbiato e poi, accertato che non mancasse nulla di fondamentale, insieme con Giovanni e Giacomo ci ho riso sopra per tutta la notte. Certo, dopo il film di Tornatore, tornare a lavorare con Giovanni e Giacomo è stata una vera doccia fredda - ha ironizzato Aldo alludendo alla sua recente partecipazione al film "Baarìa" - E io che ero candidato al David di Donatello e ho lavorato con Tornatore, dovrei ora tornare con Fazio in tv? Non dico altro», ha scherzato l'attore siciliano. «È un film comico di un certo livello questo, Aldo è tornato da noi piangendo - ha replicato Giovanni che interpreta invece un veterinario poco affidabile - Mi consumo in una vita sentimentale multipla. Questo è molto più vicino ai nostri primi film per il modo con cui l'abbiamo costruito e per l'entusiasmo che ci abbiamo messo dentro. Oltre a fare il veterinario, ho la passione per le donne: incarno tutti i desideri degli italiani, sono bigamo. C'è anche uno scimpanzé, Bibi, che viene dalla Francia e con lui alle volte mi sono trovato meglio a girare che con Aldo - ha ribattuto Giovanni con ironia al suo amico e partner sulla scena - Se io sono bigamo, per giunta con la passione per la caccia, Aldo frega in casa, i tre Babbi Natale vengono sorpresi a rubare, è ovvio che il nostro film tanto buonista non può essere. E di questo ne siamo fieri. Praticamente io ho due famiglie, una in Italia e l'altra in Svizzera, ognuna ignara dell'altra, e quindi devo inventare continui sotterfugi per vivere una situazione impossibile, fra suocera elvetica (interpretata dalla Maionchi) e suocero nostrano, che mi tartassano senza tregua. Una faticaccia!». Giacomo, stavolta, di professione fa il medico e vive da troppo tempo nel ricordo di una moglie scomparsa: «Giovanni è molto felice - ha spiegato Giacomo - Dice di aver recuperato l'entusiasmo dei tempi di "Chiedimi se sono felice". Ci siamo molto divertiti a creare una storia compiuta, rispetto all'ultimo film a episodi ("Il cosmo sul comò"). Questo è il nostro settimo film, che uscirà venerdì 17 dicembre, una data che ci ha già portato bene. Il mio personaggio lavora in ospedale ma, rimasto vedovo e fedele alla moglie morta, sviluppa nei suoi confronti un'ossessione, parlando alle foto di lei e sognandola di continuo. Una nevrosi che sembra nascondere un'apertura a un rapporto con una collega la quale vorrebbe tirarlo fuori dal suo torpore. E il perché siamo finiti in un appartamento travestiti e il finale, dopo racconti e disavventure, saranno una vera sorpresa. Non dimenticate che siamo vere star: abbiamo avuto offerte da decine di registi oltreoceano, non ne sveliamo i nomi solo perché non vogliamo vantarci». «Non è un insieme di gag, ma una storia che fa divertire, anche riflettere, e che si dipana a mano a mano - ha precisato il regista Paolo Genovese - Si ride fin dalla prima scena e l'idea più divertente è legata alle tre storie che si dipanano dall'inizio, tra umorismo di gag e situazioni. Per me, è stata la prima esperienza con loro, avevano una scenaggiatura già chiara e ben costruita, così, c'è stato ben poco spazio per l'improvvisazione».

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