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Londra non ha mai perdonato l'americana che si portò via il re, al punto da negare l'affissione della caratteristica targa blu a Mayfair, sulla casa dove visse

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Eppurea testimoniare la forza della scandalosa love story tra la disinvolta Wallis Simpson e il futuro re d'Inghilterra Edoardo VIII, ci sono diamanti, smeraldi, rubini che andranno all'asta il 30 novembre da Sotheby's. Si tratta di venti gioielli appartenuti a Wallis, pezzi unici realizzati soprattutto da Cartier, in collaborazione con i duchi di Windsor, che testimoniano il gran gusto della coppia, ma anche la storia d'amore più celebre e chiacchierata del '900, che portò Edoardo VIII ad abdicare dal trono di Gran Bretagna per l'amante che diverrà poi sua moglie. È il 1931 quando Edoardo, principe di Windsor, snob, altero, amante del lusso e del potere, si lascia sedurre da Wallis, 35 anni, divorziata-bis, fragile come una bambolina di bisquit, sofisticata, colta, molto disinibita, ma non bella. Anzi, bruttina al punto da provocare una storica battuta. All'arcivescovo di Canterbury, che gli rimprovera la sua recente abdicazione: «Che pazzia, buttar via una corona per una donna», Edoardo, con il suo british sense of humor risponde: «Avete mai provato ad andare a letto con una corona?». Furono le rigide tradizioni anglosassoni a impedire ad Edoardo, figlio di Giorgio V di salire al trono, perché il re d'Inghilterra essendo anche il capo spirituale della Chiesa anglicana non poteva sposare una donna già divorziata, americana e di estrazione terribilmente borghese. A quel tesoro di donna, che pare avesse acquisito le arti amatorie durante la sua permanenza a Shangai, dove conobbe anche il console generale Galezzo Ciano, che non rimase insensibile al suo fascino, David (così amava chiamarlo lei) regalò un tesoro di gioielli, visto che la casa d'aste londinese stima quei regali d'amore in circa 3 milioni di sterline. C'è la spilla a cuore tutta di diamanti, smeraldi e rubini commissionata a Cartier per i vent'anni di matrimonio, il porta sigarette in oro con la mappa dell'Europa e del Nord Africa con incisi in smalto gli itinerari delle loro vacanze insieme, sempre di Cartier, regalo di Natale del 1935. Bellissima, la broche a cuore con la coroncina di rubini in cima che celebrò i primi quattro lustri del loro matrimonio è stata valutata tra le 100mila e le 150mila sterline. Più del doppio, tra le 350 mila e le 450 mila sterline è stato stimato l'invidiabile braccialetto con le piccole croci di diamanti, ognuna delle quali con una sua piccola iscrizione, che il Prince of Wales volle offrire, sempre nel 1935 alla sua amata Wallis, facendo aggiungere poi un'altra piccola croce per ogni momento significativo della loro vita. Non manca un must di Cartier, la meravigliosa pantera bracciale in onice e diamanti che sembra pronta a spiccare il balzo: donata alla bella Wallis nel 1952, potrà diventare il gioiello di una lady del terzo millennio il cui amante potrà spendere almeno 1 milione e mezzo di sterline. Stessa cifra valutata per la spilla fenicottero, il corpo in diamanti, le piume tutte di smeraldi, rubini, zaffiri creato da Jeanne Toussaint per Cartier e regalato a Wallis nel 1940. Regalo della duchessa per il duca, il portasigarette d'oro e di smalti che doveva ricordare ad ogni boccata di fumo le gioie dei loro viaggi d'amore, valutato tra le 150 mila e le 200 mila sterline. E non solo Cartier: in asta, annunciano da Sotheby's, ci sarà anche un borsellino d'oro con diamanti, rubini, turchesi di van Cleef & Arpels e una serie di monete e medaglie di proprietà del Prince of Wales. Chissà se tra gli acquirenti della famosa casa d'aste a novembre ci sarà anche il miliardario egiziano Mohamed Al Fayed che da sempre si dedica ad onorare la memoria dei defunti duchi di Windsor, già proprietario di 40 mila oggetti a loro appartenuti e che nel 1986 acquistò la villa parigina dove la celebre coppia visse per quasi mezzo secolo il cui costosissimo restauro è durato oltre otto anni. La residenza su Rue de la Faisanderie, nel sedicesimo arrondissement parigino, che Lady Diana Spencer e Dodi al Fayed mai raggiunsero la notte del 31 agosto 1997 perché si schiantarono nel tunnel dell'Alma.

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