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Ci sono capolavori assoluti avvolti in un mistero che ne accresce il fascino e la capacità di attrarre nel corso dei secoli milioni e milioni di ammiratori.

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Anchela scienza si accanisce a svelare tutti i misteri tecnici della Monna Lisa. Alcuni ricercatori francesi l'hanno scannerizzata per scoprire la composizione di ogni strato di pittura e soprattutto il segreto del mitico sfumato leonardesco, arrivando ad individuare finissimi strati di pittura sovrapposti e spesso invisibili a occhio nudo che furono applicati per addolcire i contorni. Invece alcuni scienziati russi dell'istituto di fisica dell'Accademia delle scienze di Mosca hanno realizzato quello che definiscono un perfetto "originale" della Gioconda utilizzando un raggio laser e vapori di rame che trasferiscono interi frammenti di immagini dipinte con colori ad olio. Utilizzando un computer si arriva ad una risoluzione altissima. E le analisi ai raggi x hanno mostrato che ci sono tre versioni della "Monna Lisa" nascoste sotto quella attuale. Ma l'idea di penetrare ogni segreto della Gioconda è solo un'illusione perché la sua aura magnetica attraversa il tempo e i secoli, ispirando altri artisti, scrittori, poeti ed appunto scienziati. Quando quel re degli artisti iconoclasti che era Marcel Duchamp ha voluto colpire l'emblema dell'arte tradizionale ha scelto di mettere i baffi alla Gioconda, proprio per desacralizzarla. Mentre Andy Warhol l'ha moltiplicata come un qualunque prodotto pubblicitario. Venendo alla musica il cantautore Ivan Graziani nel 1978 nella sua canzone "Monna Lisa" ha rievocato il famoso furto del 1911 e perfino una star come Britney Spears ha cantato la sua "Monna Lisa". Nel 2008 la rock band The All-American Rejects ha inciso un brano intitolato appunto "Monna Lisa". Sul versante letterario pensiamo a "La Gioconda" di Gabriele D'Annunzio del 1898, in cui viene drammatizzato lo scontro tra esigenze estetiche e valori morali. Qui lo scultore Lucio Settala è diviso fra la donna-angelo Silvia, moglie e custode dei valori familiari e la seducente Gioconda, musa ispiratrice della sua arte che fa riferimento al capolavoro leonardesco: l'artista sceglie quest'ultima inducendo la moglie al sacrificio. E poi come non pensare al fenomeno del best-seller per eccellenza, "Il codice da Vinci" di Dan Brown, in cui l'estremo segreto del thriller sembra essere scritto tra le linee e le pennellate della Gioconda e del Cenacolo: perché sorride la Monna Lisa nell'opera di Leonardo, si chiede lo scrittore? Ecco, l'enigma del sorriso resterà forse in eterno per farci porre domande che non avranno mai risposta. E da lì nasceranno altre canzoni, altri romanzi, altre fantasie. Del resto anche il furto più celebre di tutti i tempi che ebbe come vittima proprio la Gioconda nacque da una fantasia e da un errore che spesso si sente ripetere anche oggi. Quando, il 22 agosto 1911, il dipinto fu rubato, venne sospettato perfino il poeta francese Guillaume Apollinaire che fu arrestato e condotto in prigione. Anche Pablo Picasso venne interrogato a proposito del furto ed alla fine entrambi furono rilasciati. Per un po' di tempo si perse ogni speranza di ritrovare il capolavoro. Poco dopo si scoprì che un impiegato del Louvre, Vincenzo Peruggia, lo rubò (uscendo dal museo con il quadro sotto il cappotto) soprattutto perché era convinto che il dipinto appartenesse all'Italia e fosse tenuto illegittimamente dai francesi. Lo tradì la sua avidità quando tentò di venderlo ad un mercante d'arte fiorentino: il quadro venne recuperato, esposto in Italia e poi restituito al Louvre nel 1913. Anche oggi non di rado si sente dire, nel perpetuarsi di un erroneo luogo comune, che "il quadro ci è stato rubato da Napoleone". Ed allora è bene chiarire che la Gioconda è legittimamente di proprietà dello stato francese. Il capolavoro fu infatti portato in Francia da Leonardo nel 1516, poiché il re Francesco I invitò il celebre artista a lavorare ad Amboise, vicino alla sua stessa residenza. E qui Francesco I acquistò da Leonardo varie opere, fra cui anche la Gioconda. A tal proposito di dice che il re avesse pagato il dipinto 4000 ducati d'oro, una somma assai rilevante per l'epoca, se solo si pensa che il sublime Michelangelo per dipingere tutta la volta della Sistina aveva ricevuto 3000 ducati d'oro. Una simile icona dell'arte di tutti i tempi non poteva certo sfuggire al folle gesto di vandali: nel 1956 la parte inferiore del dipinto fu gravemente danneggiata a causa di un attacco con dell'acido mentre diversi mesi dopo un ignoto assalitore lanciò un sasso contro il quadro. Da allora viene esposto dietro un vetro di sicurezza e la folla di visitatori che vogliono avere l'illusione di ammirarlo è sempre talmente numerosa da rendere il quadro quasi invisibile dietro una miriade di teste che si muovono alla disperata ricerca di un proprio personale spiraglio. A proposito della domanda ricorrente se la figura della Gioconda fosse reale o inventata, alcuni studi del 2007 avrebbero dimostrato che era davvero esistita e che sarebbe morta a Firenze all'età di 63 anni il 15 luglio 1542. Su chi fosse esattamente in realtà le indagini sono ancora aperte: era la signora fiorentina Madonna Lisa del Giocondo? Oppure era Caterina Sforza, signora di Forlì ed Imola? Oppure Bianca Sforza, figlia primogenita di Ludovico il Moro, morta avvelenata nel 1496? Recentemente lo studioso fiorentino Giuseppe Pallanti ha avvalorato le testimonianze del Vasari riconoscendo nella Gioconda Lisa Gherardini, esponente di un ramo secondario della famiglia Gherardini in gran parte esiliata durante la guerra fra guelfi e ghibellini: andata in sposa come seconda moglie a Francesco di Bartolomeo del Giocondo fu anche, secondo alcuni storici, l'amante di uno dei Medici. E secondo alcuni studi francesi del 2006 sembrerebbe che la donna identificata come Lisa Gherardini fosse ricoperta da un fine velo di mussolina, che all'epoca era indossato dalle donne in attesa o che avevano appena dato alla luce un figlio. E quindi il sorriso enigmatico sarebbe da mettersi in relazione con lo stato interessante della donna, alludendo alla nuova vita che ella teneva in grembo. Ma forse il segreto del sorriso della Gioconda non sarà mai scoperto accrescendo la sua forza magnetica in un enigma senza fine.

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