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Moretti & il Pontefice

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Potrebbe essere pronto per il prossimo Festival di Cannes «Habemus Papam», il nuovo film di cui Nanni Moretti ha da poco terminato le riprese. Il regista di Brunico, che ormai da decenni vive a Roma (dove ha esordito con il suo primo lungometraggio «Io sono un autarchico», 1976) ha detto di essere in questi giorni «all'inizio del montaggio e spero di essere pronto per l'uscita nelle sale verso febbraio, marzo». La pellicola, ispirata alla vita di Papa Celestino V ma ambientata ai giorni nostri, racconta la vicenda di un cardinale (interpretato da Michel Piccoli) eletto Papa e subito stravolto dalla crisi davanti alle sue responsabilità, tanto da dover ricorrere all'aiuto dello psicanalista (lo stesso Moretti). Nel cast, figurano anche Jerzy Stuhr, Margherita Buy, Franco Graziosi e Renato Scarpa. Nonostante la sceneggiatura sia piaciuta a Monsignor Gianfranco Ravasi, il Vaticano non ha concesso le riprese all'interno dello Stato Pontificio, che sono state invece realizzate tra Cinecittà e Palazzo Farnese. Per Moretti questa è una «commedia dolorosa», ma più leggera del suo precedente film «religioso "La Messa è finita"». Lontano dalle recenti vicende che sta attraversando la chiesa sull'argomento pedofilia, «Habemus Papam» - a detta del regista - «non è legato all'attualità: né a quella di quando l'ho scritto con Federica Pontremoli, né all'altra di quando ho girato il film nei mesi scorsi, né tanto meno a questa degli ultimi giorni, in cui sto montando la pellicola». Moretti ha anche sottolineato che, contrariamente a quanto sia stato sostenuto nei mesi precedenti, il film non ha avuto affatto un «set blindato, come piace dire a voi giornalisti con un'espressione un po' sfruttata, ma amici e curiosi si sono avvicinati più volte durante le riprese, che sono filate abbastanza lisce rispetto alle ultime volte». Le riprese dell'undicesimo film del regista, con un budget di circa 8 milioni di euro, prodotto da Sacher e Fandango in collaborazione con Rai Cinema e la francese Le Pacte, sono cominciate il 1 febbraio a Roma. La sceneggiatura è firmata da Moretti con Federica Pontremoli e Francesco Piccolo. Una «commedia con parentesi oscure», avrebbe spiegato Moretti, scritta dopo molte ricerche, compresa un'udienza in Vaticano e un'incontro con monsignor Gianfranco Ravasi che ha dichiarato di aver letto la sceneggiatura. Il regista intanto presenta ogni sera al Nuovo Cinema Sacher di Roma, fino a giovedì, la rassegna «Bimbi Belli - Esordi nel Cinema Italiano»: stasera sarà la volta de «L'uomo fiammifero» di Marco Chiarini. Per Piccoli, impegnato nel ruolo di nuovo pontefice, si tratta di un ritorno in Italia: attore prediletto di Marco Ferreri ha lavorato anche con Bellocchio, Del Monte, Liliana Cavani e Castellitto. Se Margherita Buy è un'habituée dei set del regista Palma d'oro a Cannes per «La stanza del figlio», per l'attore e regista Jerzy Stuhr si tratta di un bis, dopo «Il Caimano». Mentre sono numerose le comparse reclutate per interpretare preti e suore nel film, dove - pare - appariranno cardinali che ingannano l'attesa, tra una votazione e l'altra, giocando a scopone scientifico, a scacchi, o a pallavolo, al ritmo di una canzone sudamericana. La pellicola, girata quattro anni dopo «Il caimano» (ritratto di un'Italia berlusconiana che fa da sfondo alle difficoltà di un regista a realizzare il suo nuovo film) uscirà nelle sale nella primavera del 2011. Il termine latino «Habemus Papam» si riferisce all'annuncio cerimoniale che il cardinale protodiacono, il primo dei cardinali dell'ordine dei diaconi, dà al popolo quando viene eletto il nuovo papa ed egli accetta l'elezione. All'annuncio, pronunciato dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro in Vaticano, segue la presentazione del nuovo papa. Celestino V (a cui si ispira il film) era un'eremita eletto al pontificato nel XIII secolo, ma poi si dimise per evitare uno scisma, dopo soli cinque mesi (il 13 dicembre 1294). Sull'elezione e sui retroscena della vicenda di fra' Pietro, descritto da Dante come colui «che fece per viltade il gran rifiuto», aleggia il mistero. Il suo successore, Bonifacio VIII, lo imprigionò nella rocca di Fumone (Frosinone) dove morì solo e dimenticato il 19 maggio del 1296.

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