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Baudo commosso: «Un amico fraterno»

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CosìPippo Baudo, commosso ed incredulo, ricorda Lelio Luttazzi. «Sapevo che nelle ultime settimane le sue condizioni erano divenute critiche, ma già in passato aveva avuto periodi difficili». Baudo continua: «Alcuni mesi fa presentai per Raiuno, dal Politeama di Trieste, la sua amata città, uno spettacolo legato alle bellezze architettoniche italiane. Lui mi aveva assicurato la sua presenza. Ma all'ultimo momento la moglie Rossana mi comunicò un suo improvviso malore che lo tenne lontano dal palco». Baudo ricorda anche quella spettacolare serata all'Auditorium di Roma in suo onore, quando le canzoni più belle del repertorio di Luttazzi, raccolte poi in un CD, vennero interpretate da colleghi, tra cui anche Fiorello, Lucio Dalla, Gianni Morandi. «Fu un grandissimo successo del quale lui stesso si meravigliò. Preferiva infatti attraversare la vita e la musica con discrezione, senza falsi esibizionismi». Poi: «L'ultima volta che l'ho incontrato è stato a Domenica in, era mio ospite ed ha affascinato anche il pubblico più giovane». Sul rapporto di Luttazzi con l'amatissima Trieste, svela: «Aveva realizzato il grande sogno della sua vita, vivere nella sua città. La moglie Rossana è stata il toccasana della sua esistenza. Una presenza discreta, amorevole, l'unica da lui voluta al suo fianco: non ne poteva più dell'establishment dello spettacolo che gli ricordava i brutti tempi del suo arresto, quando fu accusato di consumare cocaina». Baudo conclude: «Voglio ricordarlo con il fiore all'occhiello ed il suo smoking, elegante, appassionato dello swing Usa il cui amore, mai sopito, si era ridestato, rinforzato e rinvigorito negli ultimi anni, restituendogli quella parte dell'esistenza bruciata dalla depressione».

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