Le avventure di Tom Sawyer rivisitate da Geronimo Stilton
Tempodi vacanze anche per i ragazzi che sotto l'ombrellone non dovrebbero perdere l'abitudine di leggere un bel libro. Non solo per continuare ad acquisire nuovi strumenti linguistici, ma anche per sviluppare la fantasia e saper rappresentare sia il mondo reale sia quello immaginato. Non ci sono libri magici o strategie vincenti, ma c'è un'abitudine da consolidare a poco a poco, tra alti e bassi di studio e vacanze. Ci sono ragazzi che ascoltano, alcuni che sfogliano distrattamente le pagine e altri che s'incantano nell'associare personaggi del racconto alle loro storie personali o immaginarie. Ma i ragazzi, in ogni caso, sono i lettori più importanti. Proprio per loro è arrivato sugli scaffali il libro «Le avventure di Tom Sawyer» (Piemme Junior edizioni, pp. 223 15 euro), celebre romanzo di Mark Twain ora liberamente rivisitato da Geronimo Stilton, personaggio ormai famoso nel mondo della letteratura per bambini e ragazzi. Lungo le rive del Mississippi, Tom Sawyer e l'inseparabile Huckleberry Finn rendono ogni giornata indimenticabile. Si fingono pirati, scoprono un tesoro nascosto e riescono ad avere la meglio sul terribile Joe l'Indiano. Anche se a volte combinano qualche guaio, i due amici danno prova di grande coraggio e dimostrano di avere un cuore d'oro. Questo classico della letteratura, liberamente adattato da Geronimo Stilton, è peraltro ricco di tantissime illustrazioni a colori. È un libro di avventura, ironico e avvincente. Tom Sawyer sembra l'icona dell'inquietudine adolescenziale, mescolata alla fantasia e al gusto per le battute esilaranti. Educativo (per certi versi) anche il modo in cui Tom Sawyer riesce a trasformare la punizione ricevuta dalla zia Polly: deve ridipingere una intera staccionata, ma Tom, fingendosi soddisfatto di fare un'attività entusiasmante, convince gli amici a provare quel lavoro, in realtà noioso, facendosi per giunta dare in cambio qualcosa di prezioso dai suoi amici. Ognuno di loro porterà con sè tesori da offrire: chi uno scarafaggio, chi un pezzo di finestra, chi un gatto morto legato ad un filo, chi una mela morsicata. Così, Tom incassa i beni acquisiti e se la gode guardando gli altri lavorare per lui. Una vera lezione di tecniche di vendita... Mark Twain (pseudonimo di Samuel Langhorne Clemens), malgrado fosse un pessimista, era considerato un fine umorista. Ma la sua carriera letteraria la concluse come severo realista osservatore dell'ipocrisia e delle crudeltà commesse dall'umanità. Nato in Florida, nello stato del Missouri, nel 1835, sesto di sette fratelli, dopo la morte del padre per polmonite, subì molti problemi finanziari. Iniziò, dodicenne, l'apprendistato come tipografo e cominciò a scrivere per l'Hannibal Journal. A 18 anni si trasferì e lavorò tra New York, Philadelphia, St. Louis e Cincinnati; studiava la sera nelle biblioteche pubbliche, dove scoprì fonti d'informazione più ampie di quanto non avrebbe trovato nelle scuole convenzionali. A 22 anni tornò nel Missouri e durante un viaggio a New Orleans lungo il Mississippi, ispirato dal pilota Horace E. Bixby, decise di prendere la patente di pilota per i battelli a vapore. Lavorò sul fiume fino al 1881, anno dello scoppio della guerra civile americana: questi anni vissuti lungo il Mississippi lasciarono tracce profonde nello spirito dello scrittore, che emergono in molte delle sue opere letterarie.