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L'integrazione non ha colore

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Hapercorso nel nostro Paese l'intero cammino della integrazione senza cedere un passo nel preservare la propria identità di musulmana. È nata in Marocco, si è laureata in Lettere a «La Sapienza» di Roma, è cittadina italiana dal 1981 e da dieci anni combatte contro l'estremismo a favore dei diritti umani e per liberare dalla segregazione le donne musulmane in Italia. Le tante Hina, le tante Sanaa che devono rinunciare ad amare chi vogliono, a lavorare come vogliono, sennò rischiano una coltellata dai parenti-padroni. La Sbai questa difesa la fa non solo come portavoce della Comunità Marocchina delle Donne in Italia, ma anche come parlamentare Pdl alla Camera. Una appartenenza che smaschera quotidianamente il «politicamente corretto», lontano dalla vita reale dei migranti: proclama a gran voce la difesa dei diritti umani, ma rinuncia a sottoporre a giudizio critico i contesti dell'Islam radicale, in nome di un falso e pericoloso ideale di convivenza pacifica. La condizione delle musulmane immigrate rivela il fallimento della società multiculturale, in cui l'indifferenza si traveste da tolleranza. Ne fanno le spese persone «di carne e di sangue», donne sacrificate e dimenticate. L'onorevole Souad si batte per loro ed è il simbolo di ciò che in Italia, al centro della nuova politica di dialogo mediterraneo, potrebbero diventare. Li. Lom.

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