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Che emozione fare una passeggiata in una delle più belle ville di Roma antica: oggi è possibile, al Museo Nazionale Romano in Palazzo Massimo, vicino alla stazione Termini

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Ilgrande complesso espositivo nel bel palazzo ottocentesco, a Largo di Villa Peretti 1, si sta rinnovando. Sono in attuazione una serie di interventi per valorizzare il suo eccezionale patrimonio, talvolta, purtroppo, un po' sottovalutato da turisti e romani. Proprio ieri è stato inaugurato il nuovo allestimento degli strepitosi affreschi della cosiddetta Villa della Farnesina. Le splendide superfici dipinte furono recuperate dall'antica struttura trovata durante la costruzione degli argini del Tevere nel 1879. Di chi fosse quella villa, certamente dell'epoca dell'imperatore Augusto, costruita attorno al 25 avanti Cristo, è difficile da dire con certezza. Probabilmente appartenne al generale Marco Vipsanio Agrippa, fedelissimo di Augusto e del quale sposò la figlia Giulia. La struttura della villa non si salvò dai lavori per creare la barriera tra il fiume e la città, ma la bellezza di fregi e dipinti spinse l'amministrazione piemontese di allora ad organizzare un imponente lavoro di recupero. Oggi quegli affreschi sono offerti al pubblico ricreando l'illusione di trovarsi all'interno della villa. Si accede alle stanze attraverso un corridoio dove è stato ricostruito il portico, splendidamente affrescato. Si arriva così nelle stanze da letto. Due di queste si fronteggiano e sono riccamente dipinte, con un tono di rosso fuoco. In alcuni riquadri sono raffigurate delle scene, come le ha definite la direttrice del museo, Rita Paris, «di grande intimità». Ci sono uomini nudi, giovani e di carnagione scura, e con loro donne, in alcuni casi vestite, addirittura velate. Attorno ancelle, schiavi, una serva che versa acqua in un catino, forse per far rinfrescare gli amanti dopo un focoso incontro. Uscendo dalle stanze da letto c'è il triclinio, la sala dei banchetti, anche questa riccamente affrescata e poi altri ambienti. Guardando queste pitture il più famoso architetto della Storia, Marco Vitruvio Pollione, che della villa fu coevo, disse: «Agli occhi una vista abbagliante». E lui di affreschi ne aveva veduti sicuramente molti. Il percorso è illuminato, grazie al lavoro attento di un pool di bravissimi architetti, con un complicato sistema che riproduce, in 100 secondi, le diverse intensità e toni della luce del giorno, per mostrare le sale così come le vedevano coloro che le abitarono. Una straordinaria emozione che è, finalmente, un degno biglietto da visita che la Città Eterna offre a chi arriva in città dalla Stazione Termini.

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