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La musica mondiale meglio del calcio

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Nontutti gli italiani sono tornati dal mondiale africano con il muso lungo. A Bobby Solo, storico cantante di rock and roll prima e di pop melodico dopo, è capitato esattamente il contrario. L'interprete di "Una lacrima sul viso" è stato scelto come testimonial di uno spot della Nike che sta affiancando in 32 Paesi la trasmissione delle partite mondiali. "Write the future", questo il titolo, quindici secondi (ma lui ha cantato per oltre sei ore), in cui il cantante romano è affiancato da alcuni dei più famosi calciatori del mondo (Drogba, Cristiano Ronaldo, Cannavaro, Ronaldinho, Rooney), con una grinta e una convinzione tale da impressionare Alejandro Gonzàles ("21 grammi", "Babel"), il regista che lo ha voluto per questo spot. Scelto anche per l'ottima pronuncia inglese, Bobby Solo spera di realizzarne quanto prima una versione "lunga" da lanciare in tutto il mondo. Del resto non sarebbe la prima volta che uno spot ben realizzato, sia pure di una manciata di secondi, riesca ad imporsi e a rilanciare addirittura una carriera. Inno ufficiale di Sudafrica 2010 è comunque "Waka waka" di Shakira, tormentone principe dell'estate, brano di buona fattura, realizzato dalla cantante colombiana insieme ai Freshlyground, uno dei gruppi più apprezzati in Sud Africa. "Waka waka", di cui esiste già una versione spagnola e un'altra inglese, è l'adattamento di un brano tradizionale camerunense, "Zangalewa", utilizzato nelle parate militari e nelle marce dei boy-scout. Nonostante l'estrema cantabilità, il brano difficilmente raggiungerà la popolarità di "Seven nation army" degli White Stripes, più noto come "Po pop o pop o…", che invase gli stadi mondiali e venne cantato sugli spalti così come in campo (Totti lo cantò addirittura al Festival di Sanremo). Jack e Meg White ne furono felici, ma certo andrebbero ricordati per la loro ultradecennale e originalissima produzione e non solo per un tormentone. Difficile raggiungere le vendite di "Un'estate italiana", il brano che Edoardo Bennato e Gianna Nannini realizzarono per Italia 90; mondiali sfortunati ma canzone azzeccata, proposta da una coppia ritenuta improbabile e che di fatto non si è più ripetuta. Brani che nascono sotto la spinta di un marketing molto aggressivo ma che molte volte non riescono a sfruttare le poche settimane in cui l'illuminazione mediatica è al massimo. Gli inglesi, specializzati in colpi del genere, non riuscirono a centrare l'obiettivo nemmeno in occasione del loro unico mondiale vinto, nel 1966. A provarci sono stati in tanti: Elton John, Pete Townshend degli Who, Don Fardon, Morrissey, perfino il loro goleador più rappresentativo, l'irrequieto, talentuoso e sfortunato George Best. Per tutti "zero tituli".

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