Quel film che mette in ridicolo le violenze neonaziste
Reduce dai successi del Marc'Aurelio, vinto nello scorso Festival di Roma, il regista italo-danese Nicolò Donato sarà oggi nella Capitale per presen Film crudo, metafora agghiacciante che mette in ridicolo la violenza neonazista e quelle folli ideologie che predicano il ritorno alla razza pura, bianca, mirando così a distruggere qualsiasi diversità. A fare scandalo in questa storia non è solo l'amore gay tra due uomini della stessa cellula neonazista danese, ma soprattutto le contraddizioni che sono costretti a vivere i due protagonisti, ora carnefici ora vittime di quelle feroci dottrine nate ai tempi di Hitler e ancora oggi radicate in molte parti dell'Europa. La storia è quella dell'ex sergente Lars, il quale, dopo una delusione professionale, si unisce a un gruppo di neonazisti che organizza violenti raid punitivi contro arabi e omosessuali. Per il duro apprendistato, Lars viene affiancato dal mentore Jimmy, incaricato di testarne l'affidabilità e la preparazione secondo i testi stile «Mein Kampf». Ma i due, allevati a fare i duri, a un certo punto, non possono più fare a meno di lasciarsi andare ai sentimenti. Sebbene all'inizio il loro compito fosse quello di «purificare» la Danimarca da ebrei, neri e omosessuali. Se il corpo di Jimmy è tatuato da simboli che inneggiano al Terzo Reich, Lars se ne frega di tutto, pronto a sfidare i pregiudizi dei capigruppo che lo avevano prima accolto a braccia aperte come membro di prestigio. I due uomini cercano di resistere alle emozioni, invano. La forza di «Brotherhood» esplode nei contrasti, sospesa tra la crudezza dei pestaggi e i discorsi dei neonazisti che si scontrano con la poesia delle scene di seduzione e di dolcezza tra i due protagonisti, girate da Donato con un'eleganza e una aggraziata sensualità che non scade nel ridicolo. Anzi, è degna dei migliori Gus van Sant e Lars von Trier, il regista di «Dogville», che ha lanciato l'esordiente Donato presso la Zentropa, casa di produzione da lui fondata nel 1992 con il produttore Peter Jensen.