Festival di Spoleto I romani affollano la città della musica
.Dalle finestre della sua terrazza in piazza Duomo, usciranno le note dei concertisti spoletini che si esibiranno in brani musicali per far giungere l'eco fino al pubblico in strada. Come sarebbe piaciuto al padre fondatore del Festival dei Due Mondi che, durante la rassegna, amava aprire la sua casa agli amici. E con loro ascoltare i concerti direttamente dalla terrazza. Con tanto di aperitivo. È una delle novità del nuovo Festival di Spoleto che aprirà i battenti domani ma che ieri ha vissuto una gustosa anteprima con «Il sapore della gloria» di Hans Werner Henze, tratto dall'omonimo romanzo di Yukio Mishima. Spoleto e il suo festival hanno fatto pace. Dopo gli anni della crisi e delle incomprensioni tra i Menotti e le amministrazioni comunali, i «Due Mondi» si sono raccolti di nuovo sotto lo stesso tetto. Tutto merito della direzione artistica di Giorgio Ferrara? Certamente Spoleto non è più solo una fitta serie di concerti. È tornato ad essere un rito collettivo e gettonatissimo dagli appassionati della Capitale. La piccola città umbra vibra attorno alle decine di appuntamenti in cartellone ogni giorno fino al 4 luglio. Mostre, conferenze e attività collaterali ne fanno il centro nevralgico dell'arte in questo primo spicchio d'estate. I due mondi che si incontrano non sono solo quelli d'Europa e d'America, come voleva Menotti fondatore, ma avanguardia e classicismo. Tradizione e sperimentazione. Sotto i riflettori si alternerà la danza di Lar Lubovitch e il teatro dei Musicanti di Brema, la musica di Henze, Bernstein e Mahler e gli incontri-conferenze con Roberto Herlitzka e Vittorio Sgarbi. Da non perdere il premio Martini alla Versatilità che, dopo Andy Garcia e Christian De Sica, quest'anno sarà consegnato a Claudio Bisio. E la coppia Castellitto/Mazzantini che, da ex allievi dell'Accademia Silvio D'Amico, incontreranno gli studenti. Almeno in parte, il festival di Spoleto torna agli antichi fasti dell'era Menotti. E il ritorno dei concerti di mezzogiorno è il miglior biglietto da visita per una rassegna che sembra vivere una seconda giovinezza. Fino al concerto finale del 4 luglio, quando Diego Matheuz dirigerà l'Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi. Con gli occhi e le orecchie in piazza Duomo. Ma col cuore sulla Terrazza Menotti. Proprio lì, sopra le nostre teste.