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Un museo pieno di roba rubata

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Ci si potrebbe fare una mostra con tutte le opere d'arte rubate dai tombaroli... questa frase negli anni è stata detta tante volte. E alla fine la mostra è stata organizzata. È intitolata «Dal sepolcro al museo. Storie di saccheggi e recuperi», organizzata grazie al lavoro certosino della Guardia di Finanza e apre i battenti da oggi fino al 12 settembre, al Complesso del Vittoriano di Roma. In mostra, busti, ritratti, corredi funerari, oggetti d'uso comune con un arco di produzione che copre otto-nove secoli, dal VII sec. a.C. al II d.C.. Opere in molti casi inedite, confiscate dalla Guardia di Finanza a predatori dell'arte e collezionisti. E che proprio per questo sono in gran parte purtroppo decontestualizzate, non più riconducibili al loro luogo di appartenenza, «opere mute, incapaci di raccontarsi e di raccontarci la loro storia», come spiega il curatore della rassegna, il maggiore della Guardia di Finanza Massimo Rossi. La mostra, oltre ad offrire oggetti di indubbio interesse, ci parla dei tempi delle spoliazioni indisturbate e delle razzie furibonde degli anni Settanta che, per fortuna, sono lontani. Ma il traffico di opere archeologiche, avverte il maggiore, «è un fenomeno in costante ascesa che ha assunto negli ultimi anni connotazioni internazionali di allarmanti dimensioni». Promossa dal Nucleo di Polizia Tributaria di Roma della Guardia di Finanza insieme con il ministero dei Beni culturali, la mostra del Vittoriano dedica quindi una sezione al tema del rito funerario nelle popolazioni italiche e alla vita post mortem nell'antichità. Con una rassegna delle tipologie sepolcrali, dalla cista di tufo villanoviana (una sorta di cofanetto) fino al sarcofago in marmo di epoca imperiale. Accanto ad ogni tipo di tomba, gli oggetti che di solito accompagnavano il viaggio del defunto, corredi ceramici, cose preziose. Ma anche tanti oggetti di uso quotidiano che dovevano servire ad identificarne la casta, la provenienza, il sesso, dai piccoli gioielli ai pesi da telaio, le fuseruole (sfere dimaiolica per tessere) per le donne, ai rasoi da barba e i puntali da lancia per gli uomini. «Dal sepolcro al museo, storie di saccheggi e recuperi» è ad ingresso gratuito. Si può visitare tutti i giorni dalle 9,30 alle 18 (nel week end fino alle 19,30).  

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