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Lorenzo Tozzi La location è una delle più splendide della città: una veranda sul Gianicolo, sede dell' Institutum Romanum Finlandiae, con vista panoramica sulla Città eterna.

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Inauguratacon rarità del «viennese» acquisito Antonio Draghi la rassegna, ormai alla sua nona edizione, propone stasera (ore 20) due nomi della musica del Settecento, resi celebri non solo dalle loro note ma anche dalla loro (più o meno reale) rivalità artistica. Prima ancora di Peter Shaffer (il popolare film «Amadeus» di Foreman, nella foto) era stato nientemeno che Pushkin con una sua pièce teatrale che era stata messa in musica persino da Rimski Korsakov (Mozart e Salieri appunto) a fare del veronese la vittima di una irrefrenabile invidia nei confronti del divino salisburghese al punto da indurlo all'avvelenamento. Una amenità bella e buona a giudicare dal fatto che a Vienna Salieri godeva di onori non certo inferiori a quelli di Amadeus, ricoprendo il ruolo invidiabile di maestro di cappella della corte imperiale. Questa sera però, grazie all'ottetto a fiati de I Cameristi di Roma (due oboi, due clarinetti, due fagotti e due corni), i due compositori saranno l'uno al fianco dell'altro in veste più amichevole e quasi fraterna. Vengono difatti eseguite Armonie, ovvero pezzi da eseguire all'aperto probabilmente anche durante le cerimonie massoniche. Allo stesso clima occhieggia la Serenata di Salieri destinata ad aristocratici uditori ed impregnata di amabile galanteria. Ma è la mozartiana Musica notturna K388 che ci introduce più addentro al clima esoterico della massoneria viennese del Settecento, cui lo stesso Mozart dedicò capolavori come il Flauto magico o le musiche di scena del Thamos Re d'Egitto. La Harmoniemusik era il vezzo musicale di un'epoca, della Vienna capitale di un'Austria felix che godeva la vita nei gazebo, nei verdi giardini, nelle passeggiate notturne. Un mondo elegante, raffinato, colto ormai irrimediabilmente scomparso e forse oggi rievocato non senza nostalgia.

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