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Mark Twain ossessionato dal sesso e dai sigari

Mark Twain

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Altro che simpatico vecchietto, altro che pacato umorista. A cento anni dalla morte Mark Twain, il celebre scrittore statunitense, si rivela un vecchiaccio ubriacone acido e iracondo. Eternamente attaccato ad uno dei suoi famosi sigari e (udite udite) ossessionato dal sesso alla bella età di settanta e più anni. A rivelarci questi lati del suo carattere è... lui stesso con un memoriale che aveva lasciato per essere pubblicato ad un secolo dalla sua scomparsa. Andiamo per ordine. Samuel Langhorne Clemens, passato alla storia con lo pseudonimo di Mark Twain, è un mito della letteratura mondiale. Ernest Hemingway affermava che «Huckleberry Finn» è il momento più alto della storia della letteratura americana. Twain, notoriamente uno che se c'era da bere un bicchiere non si tirava indietro e accanito fumatore, è famoso anche per le sue battute brucianti. «Se in Paradiso non si può fumare - amava dire - allora non ci voglio andare».   E per rimanere sul tema anche: «Fumo con moderazione, un solo sigaro alla volta». Scrisse romanzi sempre animati da sentimenti di riscatto e speranza: «Le avventure di Tom Sawyer» (1876), «Il principe e il povero» (1881) e si è spento con la fama di amabile vecchietto, corroborata dalla sua immagine di omone dalla fluente chioma e dai gran baffi bianchi, con un bel sorriso stampato sul volto. Ma forse non era proprio così. Twain scrisse un libro di memorie, lasciato all'Università di Berkeley in California, disponendo che fosse pubblicato un secolo dopo la sua morte, avvenuta il 21 aprile 19010. Adesso il memoriale, cinquemila pagine inedite, sta per essere pubblicato e tra le cose che saltano agli occhi c'è il rapporto di amore-odio dello scrittore con Isabel Van Kleek Lyon, la sua segretaria, amministratrice, sovrintendente per gli affari e, presumibilmente, amante. Isabel Lyon, trent'anni più giovane di Twain, apparve nella sua vita nel 1904, quando lui ne aveva 68 e lei 38. Ma il romanziere diceva che per l'energia e l'abbigliamento ne dimostrava sì e no 17. All'epoca Twain era un uomo sposato, ma la moglie Olivia era molto malata e sarebbe morta nel 1904, due anni dopo. Delle sue quattro figlie tre erano scomparse prematuramente. Tra Mark e Isabel esplose... qualcosa. Lei lo chiamava «il mio re» e lui la ricambiava con «la mia leonessa». Dividevano tutto, lui era completamente rapito da lei. Poi, improvvisamente, nel 1908, la rottura. Twain licenziò la sua «leonessa» accusandola di averlo derubato, ma soprattutto di averlo circuito con mezzi bassissimo come, ad esempio, mostrarsi a lui con abiti trasparenti, provocandolo e tentando in ogni modo di sedurlo. A parlare era un uomo di 76 anni. Secondo Laura Trombley, che ha scritto una biografia di Twain, lo scrittore «ha passato cinque degli ultimi 12 mesi della sua vita a scrivere di Isabel Lyon. Era ossessionato da lei e ha mostrato il suo lato peggiore». Prosegue la Trombley: «Era un Twain vendicativo ed arrabbiato, ben diverso dal credo popolare che lo descrive come un simpatico vecchietto... Fumava una media di 300 sigari al mese, beveva ogni giorno. Ed era attirato dal sesso».

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