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«The hole» è terrore che viene dal passato Uno spauracchio in 3D

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StatiUniti, 2009, 3D. Joe Dante è ritenuto uno specialista del cinema horror, sostenuto spesso da qualche cinefilo. In realtà ha avuto successo di rado presso quel pubblico cui pensava di far paura, se si eccettua, forse, il primo dei due «Gremlins» cui ha posto mano. Adesso, visto che c'è la 3D, ha provato a servirsene, ma, onestamente, mi sembra che non abbia cavato un ragno dal buco anche se il buco - «The Hole» - l'ha esibito nel titolo copiandolo, ma senza altri riferimenti, da un film di Taiwan del '98, che annunciava il nuovo millennio, e da uno anglo-francese del 2001 all'insegna della claustrofobia. Provincia americana, la solita famigliola non proprio felice perché il padre, odiato, è scomparso, la madre cerca di sostituirlo e i due figli, un bambino e un ragazzetto, se ne ricordano quasi con terrore. Un giorno in cantina scoprono un buco, ben protetto da vari lucchetti. Riescono ad aprirlo e subito, sia i due bambini sia una amichetta che si è unita a loro, vengono invasi da paure facilmente riferibili a traumi subiti nei loro brevi passati, persino con l'intromissione di una specie di fantasma pronto a ricordare quel temutissimo padre. Va da sé, comunque, che tutto alla fine verrà esorcizzato. Le occasioni paurose sono facili e scarsamente foriere di spaventi, i ritmi non sono mai veramente angoscianti e i tre ragazzini al centro, la femminuccia compresa, hanno fisionomie delineate al solo scopo di suscitarvi attorno quel tanto che poteva servire per evocare degli incubi: per il bambino un pupazzo, per il ragazzo l'ombra appunto del padre, per la ragazza una sorellina morta in circostanze speciali. Certo c'è la 3D, ma Joe Dante si è limitato a servirsene per far sembrare il buco il più possibile profondo e per spaziare con qualche variazione di campo in ambienti, sia pure in modo incongruo, fabbricati unicamente allo scopo. Gli interpreti, poco conosciuti anche data la loro età, si sforzano di essere credibili quando debbono avere paura e qualche volta ci riescono.

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