Una fabbrica di mostre.
Romarilancia questa estate. Non vivacchia più sulle esposizioni inaugurate in primavera e che durano fino a settembre. Invece, ne sforna a ritmo continuo, in sedi pubbliche e private. Soltanto la prossima settimana, a Palazzo Venezia terrà campo la scultura del Quattrocento (c'è anche un marmo di Michelangelo mai esposto, l'altorilievo Eolo, viene da Capranica Prenestina) e al Vittoriano l'archelogia ritrovata dalla Guardia di Finanza. Ma negli spazi dell'Altare della Patria si aggiungeranno a luglio rassegne fotografiche e di arte contemporanea. Tre esposizioni ai Mercati Traianei: le foto di Klein, i filmati di sei registi in 79 paesi («Sei miliardi di altri») e, dal 3 agosto, «La dolce vita», tra foto, paparazzi, film, giornali d'epoca. E poi Tullio Pericoli all'Ara Pacis, i volti del sacro nell'India al Museo d'arte orientale e via elencando. Un dato basta a documentare il boom: la scorsa estate le rassegne del circuito di Zètema, il braccio culturale del Comune, furono cinque; in quella 2010 saranno quindici, con input diversissimi. Dal contemporeaneo delle cinque esposizioni del Macro alla Svezia dal design, Ikea compresa, alla Casina di Raffaello. O alle sculture di Rainaldi a Villa Aldobrandini. Dice Francesco Marcolini, presidente di Zètema: «Cresce l'offerta e ci premia. Nei primi quattro mesi dell'anno i visitatori sono aumentati del 5,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2009, toccando quasi quota 586 mila. Frutto anche della nostra strategia di rivitalizzare luoghi poco frequentati. Come la Centrale Montemartini che ha ogni settimana concerti jazz. O di una strategia: aumentando di un euro e 50 centesimi il biglietto per i Musei Capitolini, la mostra «L'età della conquista», nel medesimo spazio, si è autofinanziata. Il ciclo di visite alla Roma Nascosta ha attirato 12 mila visitatori paganti. Poi ci sono le altre iniziative, le proposte dei privati, l'evento-Caravaggio, potentissimo traino. Insomma, senza una regia unitaria, i diversi protagonisti fanno sistema. E il circuito museale va in controtendenza. Frutta finanziariamente di più, a fronte del taglio dei contributi pubblici. E attira maggiormente pubblico. Romani, visto che i turisti sono in calo. Il successo ci induce a proporre altre novità. Per l'estate 2011 stiamo pensato all'happy hour ai Mercati Traianei». Incalza Alessandro Nicosia, patron delle rassegne al Vittoriano: «Da noi l'ingresso è gratuito, non sarebbe giusto chiudere le porte d'estate. Mai tanti ingressi come negli ultimi tre anni. La mostra su Corot e gli impressionisti spopola. In autunno avremo Van Gogh. Sa che cosa mi intriga di più? Che i visitatori sono sofisticati, non li inganni. Meglio per tutti».