Ecco il nuovo pop romano
Nelle pieghe nascoste della città scorre un fiume carsico di note. A volte affiora in superficie e dalle acque zampillano piccoli e grandi talenti musicali. Gli appassionati vanno a caccia di quello spazio segreto, intimo, in cui poter placare la sete di novità. Lontano dal bagliore accecante dei riflettori, c'è la giusta penombra che da sola può far incontrare e crescere gli artisti. Quelli veri. Può farli parlare, confrontare e crescere, magari imparando qualcosa l'uno dall'altro. Andando in giro come rabdomanti nel deserto, di questi luoghi ne abbiamo stanato più d'uno. È lì che cresce la nuova scuola romana dei cantautori. Orfani del The Place, che per anni è stato punto di riferimento insostituibile, oggi le oasi si chiamano N'Importe Quoi (via Beatrice Cenci 10) e L'asino che vola (via Cimarra). Il venerdì del N'Importe Quoi si è imposto come tempo dedicato alla scoperta delle nuove tendenze della canzone. Pungolati dal nostro giornalista Stefano Mannucci, in via Cenci si sono raccontati musicisti più o meno noti. Hanno svelato debolezze, confessato tic e descritto il modo in cui, loro malgrado, non resistono all'ineluttabilità di un destino in musica. Da gennaio sui divani del N'Importe Quoi si sono seduti Simone Cristicchi, Bobo Rondelli, Pilar (fresca vincitrice di un premio per la migliore interpretazione in Montenegro), AreaMag, Sofia, Frank Head, Diana Tejera, BroDalia, Federica Baioni, Cloud, Piji, Momo, Rudy Rotta, Strani Giorni e Sonohra. Il glamour dei fratelli Fainello ha riempito il locale di teenager adoranti che imploravano per toccare il bicchiere in cui Diego aveva sorseggiato il suo drink. Di sapore completamente diverso la notte in cui Simone Cristicchi si è lasciato andare e ha recitato, come davanti a un piccolo circolo carbonaro, i versi tratti da «Li romani in Russia» di Elia Macelli. Si presentava così in anteprima lo spettacolo che il cantautore porterà in scena il prossimo autunno. Poche note ma un'emozione che correva come un brivido lungo la schiena. Fino all'incontro con il bluesman Rudy Rotta che, tra una svisata e l'altra, raccontava i suoi esordi e i dietro le quinte dei grandi del rock incontrati lungo il cammino. Nel suo percorso tortuoso, fatto di ripide salite e curve a gomito, la nuova scuola romana ha incontrato la timida spontaneità di Sofia che, scesa dalla giostra sfavillante di X Factor, si è offerta in un intimissimo after-show pianoforte e voce. Fino al talento cristallino di Pilar e Diana Tejera, autrice di alcune tra le più belle canzoni di Tiziano Ferro. La stagione volge al termine e l'appuntamento di domani con Luigi Mariano chiuderà il sipario sulle note di un grande party di fine anno. Il fiume carsico continua a scorrere. Pronto a riaffiorare in superficie. All'improvviso.