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Le rockstar vincono sul grande schermo

I Beatles

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Sul grande schermo rockstar più celebri dei divi del cinema. La storia della settima arte è costellata di collaborazioni e intrecci, in cui i protagonisti della celluloide sono pescati direttamente dai palcoscenici rock di mezzo mondo. E spesso sono proprio i registi più quotati che scelgono di dedicarsi alle vicende della musica popolare. È capitato nel '79 a Franc Roddam con il suo «Quadrophenia» e ancora a Ken Russel con «Tommy» nel '75, tanto per restare in tema Who. L'ultimo in ordine di tempo è il Premio Oscar Martin Scorsese che, in questi giorni, sta ultimando il montaggio del suo documentario dedicato a George Harrison e intitolato «Living in the material world: George Harrison». La pellicola ripercorrerà la carriera del musicista dal suo ingresso nei Fab Four fino agli ultimi anni della sua vita: la vedova di Harrison, Olivia, ha passato in rassegna - per raccogliere materiale utile al soggetto - centinaia di note e appunti mai pubblicati sul grande chitarrista. Anche Paul McCartney, Ringo Starr, Yoko Ono, Eric Clapton e Phil Spector hanno contribuito alla realizzazione del film concedendo interviste esclusive alle macchine da presa. Ma la storia è ancora lunga: qualche anno fa, nel 2006, Julian Schnabel ha dedicato a Lou Reed il suo «Berlin», in cui si approfondisce il rapporto del musicista con l'omonimo album. Colori forti e ritmi calienti, invece, per Wim Wenders che ha girato quasi interamente a Cuba quel «Buena Vista Social Club» che punta i riflettori sulla scena musicale dei Caraibi. A tutto questo non sono insensibili le grandi rassegne cinematografiche internazionali. Quest'anno al Festival di Cannes, alla Quinzaine des realisateurs, è passato «Stones in Exile» di Stephen Kijak. Si tratta di materiali d'archivio spesso inediti con i quali si racconta un anno della vita dei Rolling Stones quando, alla fine degli anni '60 e al massimo del successo, il gruppo si ritirò in Francia per incidere il disco che sarebbe diventato un capolavoro del rock, «Exile on main street», che rieditato è ora in testa alle classifiche di vendita. Evidentemente i Rolling Stones hanno sempre offerto terreno fertile ai cineasti, visto che Mick Jagger e compagni nel 2006 hanno ispirato lo stesso Martin Scorsese e il suo «Shine a light». Oltre venti telecamere sul palcoscenico del Beacon Theater di New York in uno strardinario concerto. Il risultato è un documentario presentato al festival di Berlino di 122 minuti pieni di ritmo musicale e cinematografico. E ancora tornano alla mente i Beatles con il loro «Yellow Submarine», dove i Fab Four risorgevano attraverso una nuova vita a fumetti. L'entusiasmo del rock incontra la magia del cinema. E chi guarda ne rimane rapito. Per sempre.

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