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Addio all'Eti La Carlucci applaude Croppi contrario

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.«Se il presidente, il direttore generale e il consiglio di amministrazione non percepiranno più uno stipendio e non disporranno più di costose strutture sarà solo un bene per le casse dello Stato e per il teatro italiano - aggiunge - L'Eti ha ricevuto dallo Stato circa 12 milioni di euro, dei quali l'80% va in paghe, contributi e spese generali. Complessivamente su 10 euro di costi l'ente riesce a coprirne con gli incassi solo 1 e tra l'altro i bilanci reali dei teatri gestiti dall'Ente non sono mai stati resi noti». Non è d'accordo Umberto Croppi, assessore alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma: «Sono contrario allo scioglimento dell'Ente e quindi solidale con tutti quelli che ne sostengono la vitalità», ha detto l'assessore. E alla Carlucci ha replicato l'Eti stesso con una nota: «L'Ente Teatrale Italiano ha un bilancio - come da legge - pubblico ed unico, che riporta in allegato il dettaglio sulle voci d'entrata e di uscita dei teatri direttamente gestiti». E prosegue: «Il bilancio è sano e in pareggio, e la gestione dell'Eti viene vigilata dal Ministero per i Beni Culturali e dal Ministero dell'Economia e all'interno del consiglio d'Amministrazione siede un Magistrato della Corte dei Conti che elabora un'annuale relazione al Parlamento, dalla quale non sono mai emersi rilievi di alcun tipo sulla gestione e sulla trasparenza del bilancio».

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