A me piace quel geniale ciccione di Nero Wolfe
Glieroi. Quelli che risolvono tutto a colpi di karate, che affrontano e uccidono decine di nemici, che sanno pilotare aerei, auto e moto. Esperti sommozzattori e paracadustisti. Poi naturalmente oltre che di nemici sanno fare strage di cuori, perché a loro l'energia non manca mai. No per carità a loro preferisco il mio amato ciccione, quel Nero Wolfe che tra un pranzo preparato dal suo raffinato cuoco svizzero, la cura delle orchidee sul terrazzo tiene in grande forma l'unico organo di cui noi umani dovremmo andare fieri: il cervello. Perché i casi Nero Wolfe, il grasso e pigro investigatore ideato da Rex Stout, li risolve con la testa. Esaminando le prove, ma soprattutto con una attenta analisi dei protagonisti. L'erede di Sherlock Holmes, e se possiamo dirlo, l'esatto contrario dei moderni investigatori. Quelli che si affidano mani e piedi ai Ris (infallibili in tv) quelli che da una goccia di sudore caduta in una piscina sanno perfino ricostruire l'idenkit dell'assassino. A loro si affida l'indagine. Milioni di dati frullati da computer. Ma poi l'assassino lo prendono? Quasi mai. Nero Wolf invece sì, lui vince sempre. Certo mescolare realtà e finzione è sicuramente un arbitrio. Ma il fatto è che la società ipertecnologica rischia di mettere da parte quella che è sempre stata la caratteristica principale dell'investigatore: intuito, analisi psicologica dei personaggi. Attenzione ai particolari, quelli che le macchine non rivelano: come gesti, sguardi, toni di voce, comportamenti. Roba antica? La pensano così in tanti con grande gioia degli assassini in libertà. Se dipendesse da me ai responsabili delle polizie renderei obbligatoria la lettura di Nero Wolfe, oppure la riproposizione della serie televisiva con l'impareggiabile Tino Buazzelli. Con lui siamo diventati tutti scopritori di delitti. Non farebbe male un ripassino anche a chi i crimini li deve scoprire per professione. Un po' meno «luminol» e un po' più di vecchi sceneggiati. Non gli farebbe male, c'è da scommetterci.