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Quella papessa fuori dalla storia

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L'ultimoin ordine di tempo, una scrittrice americana Donna Woolfolk Cross, che ha ritenuto di poterci imbastire sopra un romanzo intitolato "Pope Joan" e cioè "La Papessa Giovanna". Naturalmente, pur pescando qua e là tra le varie pseudo cronache d'epoca, ha dovuto inventarsi tutto e il film di oggi, diretto dal regista tedesco Sönke Wortmann, la segue più o meno alla lettera. Si comincia così con la nascita di una bambina , battezzata come Giovanna, cui il padre, un fanatico religioso, vieterà una volta cresciuta, di imparare a leggere e a scrivere considerandoli compiti da negare alle donne. Giovanna non solo riuscirà a passar sopra a queste proibizioni ma, visto che alle donne tutto è negato, lascerà la famiglia e travestita da uomo si farà molto apprezzare in un convento in cui finirà per prendere i voti pur sapendo che, se scoperta, verrebbe messa a morte. Più tardi Roma, un Papa, Sergio che riesce a guarire entrando presto a tal segno nelle sue buone grazie da farsi strada prima al suo fianco poi addirittura succedendogli sul Soglio di Pietro. Ma ha amato un uomo così, durante una processione , partorirà, morendo subito dopo... Si segue a fatica, nonostante il testo si sia almeno impegnato a disegnare per Giovanna - a parte il suo inganno - un personaggio tutto carità e bontà, all'opposto di quei tempi duri attorno in cui erano solo la violenza, la corruzione e la frode a dominare. La regia ha posto molto l'accento su quei tempi, con toni di un realismo sempre cupo, ma quando si sposta in una Roma ripresa in Marocco, tra scenografie di un fasto molto prossimo al Kitsch, prima lascia perplessi poi un po' finisce per far ridere: nonostante gli amori e i drammi sempre vistosamente esibiti. Nelle vesti di Giovanna c'è l'attrice tedesca Johanna Wokalek, vista a suo tempo ne "La banda Baader Meinhof". La più verosimile.

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