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Faletti «L'arte? Una barzelletta O ridi subito o non ridi mai»

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Giorgio Faletti e la tv, Faletti e i libri. Ora Faletti e l'arte, visto che lo scrittore di esperienza ne ha da vendere anche nel campo di tele e pennelli. E ha un progetto: della Ellequadro Events, curato da Tiziana Leopizzi. È stato ospitato ieri al Macro di Testaccio e presto partirà alle volte di Milano. Faletti, cosa ha presentato al Macro Future? «Facciamo un passo indietro». Prego. «È un progetto a cui ho aderito con piacere perché mi gratificava sentirmi di nuovo un debuttante». I suoi gusti artistici? «Guardi, secondo me in questo campo tutto si riduce a "mi piace" e "non mi piace". Uno mi potrebbe anche spiegare per ore quanto "L'urlo" di Munch sia importante ma a me potrebbe continuare a non dire nulla». Allora che cosa è l'arte? «L'arte è un po' come una barzelletta. O ti fa ridere d'istinto o non ti fa ridere mai. Fare dell'arte è un po' come corteggiare una donna. Sei sempre soggetto al giudizio, a un "sì" oppure a un "no"». Tra pittura e scultura? «A livello personale mi trovo molto bene con la pittura, perché posso pasticciare con i colori. La scultura è un'arte un po' più precisa. Ma in entrambi i casi si deve avere il coraggio di buttare via l'opera, se non piace». Ha un punto di riferimento? «Il mio sogno? Possedere un Van Gogh». Faletti, ma lei ha accantonato l'idea di essere uno scrittore? «No. Mi sento uno scrittore a tutti gli effetti. L'arte è un'avventura talmente nuova... All'inizio pensavo mi fosse preclusa. Poi qualcuno ha detto che le mie opere sono molto raffinate». Accende la tv e cosa guarda? «Telegiornali, film e documentari». Il libro che le è rimasto più impresso «"Per chi suona la campana" di Hemingway». I suoi progetti futuri? «Io mi diverto a fare di tutto, sono goloso. C'è un libro che sto scrivendo. Ho un paio di film e un progetto musicale e questa sera (l'alta sera, ndr) ho gente a cena».

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