Bellonci? Zac
«Pronto, Fondazione Bellonci? Ma lo sapete che dal prossimo anno non avrete più il finanziamento dello Stato, secondo quanto stabilisce il decreto governativo appena presentato?». No, la Fondazione Bellonci - la gloriosa «fabbrica» del Premio Strega e della lettertura italiana, nata nel '47 a Roma attorno al salotto di Goffredo e di Maria Bellonci frequentato da Flaiano e Piovene, Cardarelli e Moravia - non lo sa. Apprende da Il Tempo che Tremonti ha sforbiciato anche in casa sua. Infatti la Fondazione di via dei Fratelli Ruspoli, ai Parioli, è nell'elenco dei 72 «enti, istituti, fondazioni e altri organismi» per i quali, sancisce il comma 7 dell'articolo 6 «dalla data di entrata in vigore del presente decreto lo Stato cessa di concorrere al finanziamento». Sollecitato da Il Tempo, non commenta il direttore, il cauto linguista Tullio De Mauro. Evidentemente aspetta l'esito del dibattito parlamentare sulla manovra da 24 miliardi. Ma, insomma, il taglio dei fondi mette in pericolo lo Strega, ovvero il premio letterario tanto prestigioso quanto chiacchierato quando alla fine i quattrocento cooptati Amici della Domenica scelgono il vincitore? Alla Fondazione, coordinata da Stefano Petrocchi, dicono di no. Perché, spiegano, ci sono due capitoli di spesa separati: uno relativo al Premio, l'altro alla Fondazione propriamente detta. E i fondi statali sono diretti appunto alla seconda. Si tratta di 25 mila euro ogni 12 mesi. La cifra, stanziata ogni tre anni (prima del rinnovo del 2009 era di 30 mila euro) è erogata dal Ministero per i Beni Culturali, Direzione Generale per le Biblioteche e Istituti culturali. In realtà poi il contributo lievita in genere fino a 50 mila euro l'anno per progetti finalizzati alla promozione della lettura: dalle rassegne cinematografiche a, per esempio, il convegno sul romanzo storico in occasione del centenario della nascita di Maria Bellonci. Inoltre dal Collegio Romano vengono i denari per la digitalizzazione dei 24 mila volumi della biblioteca della Fondazione. La quale può contare annualmente su 70 mila euro da parte di Lottomatica e, dal 2010, su 50 mila euro da Musica per Roma. «Il nostro core business - osservano a via dei Fratelli Ruspoli - è soprattutto la diffusione della cultura letteraria tra i giovani, nelle scuole, anche attraverso incontri con gli autori. Insomma, il nostro fine è l'aumento dei lettori. Che è poi la mission alla quale crede il ministero, tanto è vero che ha istituito nel suo seno il Centro per la promozione del libro. Se il decreto diventerà legge, dovremo fare di necessità virtù». Dunque, davvero nessun pericolo per la costola più glamour della Fondazione, il Premio Strega? Niente paura, viaggia sull'altro binario di spesa. Il grosso del finanziamento, 150 mila euro l'anno, gli viene dallo storico sponsor, la fabbrica del Liquore Strega Alberti di Benevento. Ventimila euro li mette a disposizione il comune campano. Da quest'anno, infine, il Campidoglio, consapevole del prestigio che il Premio dà alla Capitale, ha stanziato centomila euro. Un impegno assunto fino al 2013. Ma c'è una spina. Nel decreto Tremonti si indicano anche limitazioni di spesa per gli enti locali in ambito di convegni, sponsorizzazioni, celebrazioni. Alla Fondazione Bellonci incrociano le dita. «Speriamo che il Comune non decida di tagliare su di noi».