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THE ROAD, di John Hillcoat, con Viggo Mortansen, Kodi Smit-McPhee, Robert Duval, Guy Pearce, Charlize Theron, Stati Uniti,2009. Il mondo dopo un'apocalissi.

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Soloil fuoco ha ancora il suo colore, tutto il resto è grigio, mare e cieli compresi, e tutto è morto, la natura, gli uccelli. Pochi superstiti, laceri, affamati, pronti a uccidere per sopravvivere, pronti anche a mangiarsi tra loro. In mezzo, un uomo e un bambino. La donna, per non vedere più quell'orrore, si è uccisa e adesso il padre e il figlio vagano fra le rovine cercando di andare verso sud dove si illudono di trovare qualcosa di meglio. Fanno incontri pericolosi, trovano avanzi di cibi, presto però l'uomo si sentirà morire – tossisce, sputa sangue – e il bambino non tarderà a piangere sul suo cadavere. Ma lui che era solito distinguere nei loro vari incontri tra i buoni ed i cattivi, finirà per essere accolto proprio da una famiglia di buoni. Nel buio, una speranza. Alla base, un romanzo di Cormac McCarthy, autore anche di «Non è un paese per vecchi» portato al cinema dai fratelli Coen, che in tanta desolazione dà soprattutto rilievo al rapporto padre e figlio, con precisi segni psicologici in entrambi, deciso e fermo il primo, tenero e generoso il secondo, nonostante, nato dopo, non abbia fatto in tempo a sperimentare, pur avendoli d'istinto, la solidarietà e i sentimenti onesti. Il regista australiano John Hillicoat, riprendendo il testo, pur sintetizzandolo, l'ha trascritto con fedeltà lasciando gli spazi giusti a quel duetto al centro, ora con accenti affettuosi ora con risvolti angoscianti, mirando però soprattutto ad evocarvi attorno quelle desolatissime cornici, sempre reali, mai di fantascienza, con immagini che, salvo appunto il fuoco, sono sempre totalmente decolorate, fra alberi scheletrici abbattuti da sordi terremoti, acque immote e plumbee, atmosfere sotto ogni aspetto senza vita; proprio da fine del mondo. Vi emergono due interpreti di serie qualità, Viggo Mortensen, con tutti i segni della lotta disperata sul volto, e l'undicenne Kodi Smit-McPhee, con un garbo e una finezza che evitano la smanceria. Fra gli incontri, pronti ad emergere tra i «buoni», Robert Duval e Guy Pearce. C'è anche Charlize Theron, ma appare solo in flashback ricordata e sognata prima del suicidio.

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