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A teatro la memoria incombe

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Memoria e teatro sono due manifestazioni speculari e indissolubili della natura umana che ha imparato a far tesoro delle sue esperienze e a condividerle con gli altri per consentire l'evoluzione della civiltà. E non è un caso se quattro spettacoli, in scena in contemporanea in questi giorni nella capitale, intendono affrontare il legame fra i personaggi e i loro ricordi. Un percorso a ritroso nel tempo è assicurato dal celebre «Novecento» di Alessandro Baricco, riproposto sul palco del Belli fino al 30 maggio da Corrado D'Elia che veste i panni del protagonista, nato e cresciuto su un piroscafo, eccezionale come pianista, ma inadatto a ogni altra attività e alla vita sulla terraferma. Il viaggio più interessante si compie attraversando le tappe della sua esistenza in un racconto pieno di magia. All'affabulazione della parola si rivolge anche un genio della drammaturgia come Ugo Chiti, all'India fino al 30 maggio, con il suo testo «Racconti solo racconti», di cui firma pure la regia. Quattro ritratti impressi su fotografie appese al muro sono il viatico per un ritorno al passato, deformato dall'ottica soggettiva di ognuno. La medesima storia viene narrata da quattro punti di vista differenti, quattro facce della stessa medaglia che corrispondono alla modalità tutta personale con cui si percepiscono le vicende. Non manca il consueto gusto dell'autore per le minuzie e i dettagli della realtà che restituiscono l'autenticità del vero. E un meccanismo identico sviluppa «La fine della fiera» di Daniele Prato al Teatro Dei Comici fino al 30 maggio, con Marco Bocci, Fabrizio Sabatucci, Veruska Rossi e Riccardo Scarafoni che cura anche la regia. Anche qui quattro personaggi, tre uomini e una donna, iniziano a raccontare al pubblico qualcosa che li riguarda. C'è un elemento che accomuna tutte le loro esistenze: ognuno, per un motivo o per un altro, ha deciso un giorno di togliersi la vita. Al pubblico spetta l'eventuale sentenza. Per i più impegnati a preservare e a scandagliare la memoria storica dei misteri italiani rimasti irrisolti torna, fino al 30 maggio alla Sala Gassman dell'Orologio, «Il volo delle farfalle», che l'attrice Federica Festa ha scritto insieme al fratello Matteo, ricostruendo la vicenda del rapimento di Emanuela Orlandi fra omertà e intrighi internazionali.

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