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Bardem: io, padre e amante tormentato

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Padrepremuroso, amante tormentato, marito di una prostituta, figlio disorientato, sensitivo e malato di cancro, il protagonista (Bardem) si dedica a traffici poco puliti in una Barcellona periferica. Ma per il regista «non è affatto un film cupo, oscuro, triste, anzi è pieno di speranza. Il mio film più positivo. Nell'epoca di Internet e di Facebook, l'intimità e un po' il nuovo movimento punk della società». Anche Bardem, che in una scena appare vestito solo da un pannolone a cui lo costringe il tumore, parla del film come di un racconto «sulla malattia del mondo intero. Uxbal non vuole perdere l'amore per i suoi figli e gli altri. Il suo è quasi un lutto interiore verso l'umanità. È un uomo che, nonostante abbia conosciuto corruzione e malattia, interiorizza i suoi sentimenti». Oltre a Inarritu, è passato ieri a Cannes «Outrage» di Takeshi Kitano, full immersione nella violenza più spietata con tocchi d'ironia, tra dita amputate sparatorie con mitragliette Uzi e pestaggi ferali, ambientati nel mondo mafioso degli yakuzas. Ci voleva la deliziosa commedia di Stephen Frears «Tamara Drewe», con la bellissima Gemma Arterton, ex bond girl in «Quantum of Solace», a restituire un po' di sorriso alla confusa giornata sulla Croisette. In attesa che arrivi domani Mike Jagger, si spera che la nube del vulcano islandese non blocchi oggi i voli delle star Frears, Arterton, Kiarostami e Binoche. Din. Dis.

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