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Il segreto dei vip è nascosto nel ritratto

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Èbene riflettere sul concetto di ritratto come prodotto artistico volto a interpretare un individuo, a coglierne l'essenza più profonda. A tale proposito si è inaugurata presso la Società Dante Alighieri (Palazzo Firenze) presieduta dal prof. Alessandro Masi, la mostra: «I ritratti italiani di Bruno Caruso». La rassegna organizzata in collaborazione con l'assessorato alla Cultura del Comune di Siena evidenzia quanto un ritratto nasca come espressione di un'interiorità combattiva, nel «conflitto», traverso cui è infranta l'espressione umana; dove risiedono espressi i sentimenti e la percezione dei valori. Sono rifrazioni di un presente dell'anima che si amplifica all'occhio dell'osservatore. L'artista coglie ogni traccia dell'anima trasferendola sul volto dei personaggi: la rassegna offre una sfilata di uomini illustri, una sorta di enciclopedia visiva che indaga sui pregi, i difetti, le virtù e i vizi degli individui. Pittori, scrittori, intellettuali, compongono una galleria ideale di ritratti, a metà tra poesia e cronaca; da Antonello Messina a De Chirico, da Tomasi di Lampedusa e Sciascia, da Sordi a Marco Ferreri; oltre 50 effigi di uomini che hanno contribuito alla vita culturale: nel registrare le contraddizioni della società contemporanea il linguaggio di Caruso è venato di sottile ironia. La mostra resterà aperta al pubblico fino al 26 maggio dal lunedì al venerdì ore 10 - 13 e 15 - 19.

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